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Radiocarbonio 14

Ultimo Aggiornamento: 09/12/2009 08:59
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03/12/2009 10:59

Domanda: quali sono le limitazioni di questo metodo di datazione e perchè? Fino a che punto può essere attendibile?



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03/12/2009 11:19

Re:
Roberto Carson, 03/12/2009 10.59:

Domanda: quali sono le limitazioni di questo metodo di datazione e perchè? Fino a che punto può essere attendibile?



Per avere un parere competente, si potrebbe girare la domanda al Prof. Catalano.
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03/12/2009 11:26

Re: Re:
Spener, 03/12/2009 11.19:



Per avere un parere competente, si potrebbe girare la domanda al Prof. Catalano.



Certamente!





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09/12/2009 08:59

Re:
Roberto Carson, 03/12/2009 10.59:

Domanda: quali sono le limitazioni di questo metodo di datazione e perchè? Fino a che punto può essere attendibile?



Risposta del Prof. Fernando De Angelis:

Caro Roberto, (9/12/09)
il carbonio 14 (C14) si dimezza ogni 5.730 anni, ma se ne forma continuamente negli alti strati dell’atmosfera per effetto della radiazione solare, perciò siamo ora ad un equilibrio stabile. Negli esseri viventi il carbonio abbonda e il C14 viene assorbito nella stessa proporzione che è nell’aria. Quando però l’organismo muore, il C14 comincia a diminuire e così, dal quantitativo che ne è rimasto, possiamo risalire alla data di morte. Quando però i tempi si allungano (per esempio oltre i 50.000 anni) di C14 ne è rimasto così poco che le misurazioni divengono poco affidabili, perciò è un metodo più utile per l’archeologia che per l’evoluzionismo.
Il metodo si basa sul presupposto che anche nel lontano passato c’era la stessa proporzione di C14, ma se l’atmosfera era rivestita da una coltre di vapore che la proteggeva dalle radiazioni (come si suppone che sia stato prima del diluvio) allora, nei reperti che sembrano molto antichi, di C14 ce n’è poco non perché sia passato molto tempo.
Altri metodi radiometrici usano atomi che hanno una vita media più lunga e perciò potrebbero indicarci date vecchie anche di milioni di anni, ma tutti si basano su presupposti più o meno affidabili e, di fatto, non di rado hanno dato risultati chiaramente inaccettabili.
Insomma, è la solita geologia, dove è difficile fissare qualcosa sul quale siano tutti d’accordo.
Comunque, se vuoi approfondire l’argomento, c’è un libro di qualche anno fa dedicato proprio a questo argomento e ancora validissimo (F. Catalano – S. Marinaro, “Insegnaci a contare i nostri giorni”, Tecnograff, 1992). Nonostante qualche imprecisione, poi, è molto utile anche la quinta parte di un libro più recente (J. Flori - H. Rasolofomasoandro, “Creazione o Evoluzione?”, ADV, 2002). Ti chiedo comunque di risparmiarmi ulteriori approfondimenti su un campo nel quale sono poco esperto e che mi è poco simpatico. Grazie.

Fernando



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