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27/02/2010 14:55 | |
Sempre per precisione, fornisco il testo e la fonte: “Il logos giovanneo non indica la seconda persona della SS: Trinità, bensì ‘la parola, la sapienza’ con cui Dio ha creato il mondo e che ora dimora in Gesù. Ovunque nel quarto vangelo si parla di ‘restare nella parola’ (Logos 8,31), di ‘conservare la parola’ (Logos 8,51) perché questa parola, ascoltata con fede, dona vita eterna (5,24). Questa parola che è la parola di Dio (17,14) è la verità (17,17). Il Battista che parla non è il Lògos ma una ‘voce’ (fonè). Ora come mai Gesù può proclamare questa parola di Dio, con la quale Dio pronunciando il nome degli esseri ha creato il mondo, se non perché questa ‘parola’ è scesa in lui, ha assunto come dimora il suo corpo umano? È appunto ciò che indica Giovanni nel suo prologo. Per tale fatto Gesù non pronuncia parole umane, bensì divine, quelle stesse parole che il Padre ha pronunciato (Gv 12,48 ss). Questa ‘parola’, questa memra de jahwè dei Targumin, questa parola vivificante (di cui parla Is 55,10) con cui Dio ha creato l’universo e che dimora presso Dio (Prov 8) significa la sapienza con cui ha creato l’universo. Prima di Gesù è una potenza divina, con Gesù diviene personale in quanto abita in una persona”. Tratto da Fausto Salvoni, Chi è per te Gesù Cristo?, Editrice Lanterna, Genova, 1975, pagg. 34, 35. |