| | | OFFLINE | Post: 5.668 | Città: AGORDO | Età: 47 | Sesso: Maschile | |
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19/05/2011 02:54 | |
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Da notare che, quando Dio separò le acque di sotto da quelle di sopra, le prime le chiamò oceani o mari a seconda delle traduzioni e le seconde le chiamò cieli. Infatti entrambi i due termini ebraici sono al plurale, mayim è acque di sotto ...e shamayim è acque di sopra quindi è più corretto dire cieli anziché cielo e questo deve far pensare a due cose. Queste cose me le ricordo perché ho studiato l'ebraico biblico. Il primo riferimento va al periodo antecedente il diluvio, cioè delle acque di sopra, le famose cateratte dei cieli e che servivano a proteggere il nostro pianeta e gli esseri umani da nocive radiazioni o raggi cosmici. Ma soprattutto a ciò che disse Cristo nella sua preghiera modello. Padre Nostro che sei nei cieli. E' chiaro che Gesù da buon ebreo usò il giusto termine ebraico, cioè shamayim oppure l'equivalente aramaico d-ba-shmaja' ad indicare che il luogo di dimora del Padre ovviamente non è fisico come lo intendiamo noi, altrimenti perché disse che dove andava lui loro, cioè gli apostoli, non potevano andare? Se si trattava di un universo fisico come il nostro, anche i discepoli potevano andarci. L'uomo per secoli e recentemente con le scoperte e i viaggi spaziali ha cercato anche questo Dio in cui dice di credere, ma non l'ha trovato perché lo ha cercato nel posto sbagliato, e cioè nel nostro universo fisico. Ma Dio è Spirito!
Luca Pietrangeli
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