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I 144.000: Excursus scritturistico
Sin dal momento in cui i nostri primogenitori si staccarono dalla Fonte della vita, preferendo l’autonomia, piuttosto che la sottomissione a Dio, il Creatore dispose il progetto per un Regno, un’Amministrazione, che avrebbe avuto la sua realizzazione in un preciso tempo fissato da Dio, allo scopo di “radunare di nuovo tutte le cose nel Cristo: le cose nei cieli e le cose sulla terra”. (Efesini 1:10)

Per tale “radunamento” Dio scelse fra i popoli della terra, Israele, affinché cominciando da questo popolo, tutta la terra ricevesse benedizioni. (Esodo 19:5,6) – [Fu proprio da Israele che arrivò il promesso Messia, la vera “benedizione” per l’umanità!]

Il popolo di Israele fu suddiviso in 12 tribù, a ciascuna delle quali fu data un’eredità sicura, una terra promessa. (Ezechiele 47: 13, 22, 23)
Dal popolo d’Israele, Dio scelse una tribù – quella di Levi – dalla quale avrebbe tratto una classe sacerdotale, perché officiasse nel tempio, dinnanzi alla presenza spirituale di Dio, e servisse da guida spirituale e morale del popolo. Questa classe sacerdotale raffigurava appropriatamente la classe celeste dei 144.000, scelti da Dio per governare dai cieli tutta l’umanità. (Numeri 3: 5-12; Isaia 66: 19-24)

Dio appartò l’intera tribù di Levi, come gruppo preposto all’insegnamento spirituale. Il loro sacerdozio, prevedeva, tra i compiti principali, quello di giudicare e istruire il popolo nella Legge di Dio. (Ezechiele 44: 23; Malachia 2: 7)

La classe sacerdotale doveva distinguersi, doveva essere una classe appartata per il servizio a Dio. I sacerdoti dovevano mantenersi puri. (Ezechiele 44:10-16)

Un particolare degno di nota è che i Leviti non ricevettero alcun territorio come eredità tribale, a differenza delle altre tribù. Questo particolare raffigurava il fatto che la classe dei 144.00 unti, non avrebbe avuto un luogo in cui rimanere sulla terra. La loro eredità sarebbe stata nei cieli! (Ezechiele 44:28)

Come attesta la storia biblica, però, sia la classe di Levi (da cui discendevano i farisei che Gesù condannò a suo tempo), che la stragrande maggioranza del popolo di Israele, divennero infedeli a Dio, ragion per cui Egli stesso li abbandonò a sè! (Osea 4:6)

Ma l’infedeltà di un popolo, proprio come l’infedeltà di un uomo, Adamo, o di un angelo, Satana, non poteva permettere che il proposito di Dio venisse meno, né tanto meno poteva essere stravolto.
Così, Dio fece un nuovo patto, un patto che definì “migliore”, perché sarebbe stato eterno: invece di trarre la classe sacerdotale dalla discendenza di Levi, proprio come prevedeva il patto della Legge mosaica, Dio scelse uomini e donne fedeli al suo Messia, perché divenissero la parte iniziale di quella classe appartata di re, sacerdoti e giudici, che avrebbero governato a beneficio dell’umanità ubbidiente.
Fu il giorno della Pentecoste del 33 E.V. (Era Volgare, o avanti Cristo) che ebbe fine il patto della Legge e fu inaugurato il “patto migliore”, o “nuovo patto”. Quel giorno Dio rese manifesto questo cambiamento versando il suo santo Spirito su 120 discepoli radunati insieme. (Ebrei 8: 6-9)

Questi 120 discepoli (Atti capitolo 2) unti o scelti dallo spirito santo, erano le prime persone scelte di una classe speciale, un popolo con un particolare incarico, un sacerdozio santo. (1 Pietro 2:5,9)
Questa “classe”, unta dallo spirito santo di Dio, sarebbe divenuta quella parte che l’Amministrazione divina avrebbe radunato “nei cieli”, perché divenisse un regno di sacerdoti per il suo Dio. (Rivel 1:5,6)

Nessun uomo riceve da sé l’incarico di divenire parte di questa “classe celeste”. La nomina a sacerdote e re viene da Dio. In altre parole, lo Spirito santo di Dio comunica allo spirito interiore della persona scelta, che la sua destinazione è celeste, per l’incarico come coerede di Cristo. (Ebrei 5:4; Romani 8:16,17)

Ma il proposito di Dio in relazione alla classe sacerdotale celeste, prevedeva una novità, un “sacro segreto”: quella che inizialmente doveva essere una classe formata da soli Israeliti di nascita, sarebbe divenuta una classe formata da persone tratte “da ogni popolo, lingua e nazione”. Infatti, visto che solo un piccolo rimanente di Ebrei naturali scelsero di divenire cristiani, Dio aprì l’opportunità anche a persone “gentili”, pagane, o delle nazioni, per entrare a far parte di quella classe speciale. (Atti 10:34, 35; Atti 15: 14; Romani 10:21)

Fu a loro che Gesù rivolse le parole di Giovanni 14:2,3, dove promise che sarebbe tornato in cielo per preparare un luogo dove accoglierli, affinché questi regnassero insieme a Lui, nei cieli.

Perché scegliere persone dalla terra per governare con lui dal cielo? Non avrebbe potuto scegliere di fra gli angeli, piuttosto che dover dare dei corpi spirituali a uomini e donne che avevano vissuto sulla terra?
Ebbene, in questa scelta e decisione troviamo tutta la sapienza e la giustizia di un Dio ineccepibile!
Nella Scrittura infatti leggiamo la ragione per cui Dio scelse uomini come noi per divenire re, sacerdoti e giudici nel Regno dei cieli, che poi è una delle ragioni per cui volle che anche Gesù divenisse uomo.

Nel caso di Gesù, la Bibbia dice: “Di conseguenza dovette divenire simile ai suoi “fratelli” sotto ogni aspetto, affinché divenisse un sommo sacerdote misericordioso e fedele nelle cose relative a Dio, al fine di offrire un sacrificio propiziatorio per i peccati del popolo. Poiché in ciò che egli stesso ha sofferto essendo messo alla prova, può venire in aiuto di quelli che sono messi alla prova”. (Ebrei 2: 17,18)
“Poiché non abbiamo come sommo sacerdote uno che non possa compatire le nostre debolezze, ma uno che è stato provato sotto ogni aspetto come noi, ma senza peccato”. (Ebrei 4:15)

Mentre, nel caso di coloro che sono stati scelti dalla terra, per regnare nei cieli, viene detto: “Comunque, voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io faccio un patto con voi, come il Padre mio ha fatto un patto con me, per un regno, affinché mangiate e beviate alla mia tavola nel mio regno, e sediate su troni per giudicare le dodici tribù d’Israele”. (Luca 22:28-30)
“E vidi, ed ecco, l’Agnello stava sul monte Sion, e con lui centoquarantaquattromila che avevano il suo nome e il nome del Padre suo scritto sulle loro fronti. E udii un suono dal cielo come il suono di molte acque, e come il suono di alto tuono; e il suono che udii era come di cantori che si accompagnavano con l’arpa suonando le loro arpe. Ed essi cantano come un nuovo cantico dinanzi al trono e dinanzi alle quattro creature viventi e agli anziani; e nessuno poteva imparare quel cantico se non i centoquarantaquattromila, che sono stati comprati dalla terra. Questi son quelli che non si contaminarono con donne; infatti, sono vergini. Questi son quelli che continuano a seguire l’Agnello dovunque vada. Questi furono comprati di fra il genere umano come primizie a Dio e all’Agnello, 5 e nella loro bocca non fu trovata falsità; sono senza macchia”. (Rivelazione 14: 1-5)

Come si può notare dalle scritture succitate, coloro che regneranno con Gesù nei cieli, sono stati tratti dalla terra perché, alla maniera di Gesù, hanno sperimentato in prima persona cosa significa essere umani, di carne e ossa, fragili. In tal modo sapranno essere compassionevoli, sapranno capire cosa c’è dietro le azioni di ognuno, dietro gli errori dovuti all’imperfezione umana. Il loro giudizio sarà così un giudizio giusto, espresso con empatia. Ma, per l’appunto, questa classe ha il ruolo specifico di essere re, sacerdoti e giudici. Se in realtà, tutti i credenti in Cristo, avessero la speranza di divenire tali, su chi questi dovrebbero esercitare tale giudizio?

Come mostra la Scrittura, viene detto a questi 144.000 di sedere su troni per giudicare le dodici tribù d’Israele, mostrando la diversa posizione dei 144.000 rispetto alle altre tribù: “voi sederete sui troni”, e “voi giudicherete le 12 tribù”: due classi differenti, una composta dai 144.000 giudici, sacerdoti e re, e l’altra composta da tutte le tribù del popolo di Dio sulla terra.
Tornano chiare, a questo punto le parole che Gesù disse in Giov. 10:16: “Ho altre pecore, che non sono di questo ovile; anche quelle devo condurre, ed esse ascolteranno la mia voce, e diverranno un solo gregge, un solo pastore”. Due ovili, dunque, ma sotto la direttiva dello stesso Pastore, Gesù.
Nessuna superiorità dell’uno rispetto all’altro gruppo, e nessuna divisione. Solo un diverso incarico nell’ambito dello stesso programma di Dio. Come “pecore” sono descritti gli unti, e come “pecore” sono descritti gli appartenenti alla grande moltitudine di persone redenti che vivrà sulla terra. Entrambi, formano l’unito popolo di Dio, un popolo di persone di diversa estrazione, ma che parla la stessa medesima lingua: “la lingua pura” – Sofonia 3:9

In quanto al numero “144.000”, è un numero stabilito da Dio, e se si conosce la storia biblica d’Israele, si capisce che questo numero è legato ai sacerdoti della classe di Levi, che officiavano nel Tempio di Gerusalemme. 144.000 sacerdoti, erano suddivisi in 24 divisioni, ciascuna divisione era suddivisa in gruppi, i quali a turno svolgevano il loro servizio nel tempio almeno due volte l’anno, ogni volta per una settimana. La Bibbia, infatti, in Ebrei 9:11,12 parla del Regno celeste dove Gesù regna come Sommo sacerdote, come di una “tenda” o tempio, non fatto da mani umane, ma spirituale.

Così, la disposizione del Regno vuole che ci sia Gesù quale Sommo Sacerdote del Tempio celeste, e i 144.000 unti, quali sacerdoti e coeredi di Cristo, giudici e re, i quali formano il Governo dal quale viene gestita tutta la terra e l’umanità!
Un’azione importante, che compiranno Gesù e i 144.000, in qualità di promesso seme della donna descritta in Genesi 3:15, è quella di prendere parte tutti insieme nello stritolamento di Satana il diavolo e delle sue orde demoniche. La Bibbia dice infatti: “L’Iddio che dà pace stritolerà fra breve Satana sotto i vostri piedi.” (Romani 16:20)

Nella sua Onnisapienza, Dio ha fatto ogni cosa col suo preciso scopo, affinché la sua parola non venga mai meno! Si compia dunque la volontà di Dio, sia in cielo che sulla terra, e possano i miti ereditare la terra, per sempre. (Matteo 5:5)


esegesi scritturistica redatta da un ns collaboratore

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[Modificato da Walter.Simoni 09/06/2009 09:40]
Walter Simoni

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