00 16/08/2009 21:09
Angelo.23 dice:

Caro Barnabino, prendo atto del fatto che per la seconda volta mi sollecita con delle domande che avrei preferito rimandare e, mio malgrado, accetto perciò di rispondere alle sue argomentazioni presentandole esattamente nell’ordine in cui me le ha poste. Do naturalmente per scontato il rispetto delle reciproche convinzioni e tengo a sottolineare l’assoluta assenza di ogni intenzione polemica, così come ogni pretesa di verità assoluta. Diciamo uno scambio di idee fra amici:
1)L’argomentazione da lei proposta trova risposta nella sua stessa stesura. Ho infatti citato una chiara dichiarazione di inserimento nel Testo Sacro di “molte delle espressioni delle note …”, dichiarazione fatta da una ben nota fonte ufficiale e da me ben precisata: la WTS di Brooklyn. Non vedo perché, non avendo fatto io quella dichiarazione, dovrei assumermi l’onere e la fatica di dettagliarla. Sarebbe un po’ come se qualcuno citasse da una conosciuta e dichiarata fonte ufficiale degli Stati Uniti un tot numero di abitanti, o la lunghezza di una qualsiasi città, fiume, ecc. del territorio USA e, a fronte di eventuali dubbi o dissensi in merito, dovesse essere colui che ha citato a spiegare il come, il dove e il perché di quella dichiarazione. Di una citazione se ne prende atto perché esiste e la si cita per lo stesso motivo. La correttezza sta nel precisare con esattezza la fonte ufficiale. Se qualcuno ha dei dubbi, non si è mai verificato che se la prendesse con chi ha riportato quella dichiarazione, ma si rivolgerà alla fonte della citazione che, nel nostro caso, ho correttamente riportato e che qui ripeto: WTS – Brooklyn. Non mi chieda per favore, né in questo caso, né in altri, di entrare nella mente di qualcuno per esprimere ipotesi e giudizi ai quali, in linea con Matteo 7, non sono uso.
Diverso è il caso del secondo punto che affronteremo subito, in quanto non ho accennato a citazioni e vado perciò a rispondere direttamente.
2)Presenterò ora alcuni esempi tratti dalla TNM, che si discostano in vario modo dai testi dai quali ha avuto origine il NT. A parer mio tali interventi non sono marginali, ma stravolgono completamente il senso dei versetti in questione. Per esigenze di spazio ne presenterò naturalmente solo alcuni, cercando di essere il più breve possibile. Le differenze dai predetti testi sono facilmente verificabili anche nei due Interlineari (KIT) stampati dalla WTS. Anche chi è a completo digiuno della lingua greca, non potrà così fare a meno di notare, nelle due pagine a fronte, le differenze. Anche qui, come faccio sempre, non cito fonti generiche, ma fonti ufficiali della WTS:
Giov. 1,7; 12,32; I Cor. 9,22; I Tim. 2,1-4; 4,10; Fil. 2,29; I Pie 2,17; ecc. Andando a consultare un qualsiasi “Interlineare” (come dicevo anche i due editi in inglese dalla TNM), si può facilmente vedere come “tutti” venga sempre tradotto correttamente (un esempio per tutti Luca 6,26), ma non qui. Per il perché rimando al punto 1. Tranne che per Fil. 2,29 dove nella KIT c’è “such” che ad ogni modo significa “tali” e non “tutti”, in tutti gli altri casi, a fronte di un chiarissimo “pánta” (cioè “tutti”, vedi Pantheon a Roma” troviamo sempre “ogni sorta” con conseguente stravolgimento del senso del versetto. Faccio un piccolo esempio:
Se io dico: “Sono andato a caccia e ho preso tutti gli uccelli”, o qualsiasi azione con qualsiasi altro esempio a piacere, si intende inequivocabilmente che non ne ho lasciato nessuno, sia di uccelli che di qualsiasi altra cosa, ecc.
Se io dico invece: “Sono andato a caccia e ho preso ogni sorta di uccelli”, ecc…, faccio inequivocabilmente intendere che ho preso un numero imprecisato di uccelli, ecc…, ma sicuramente non tutti, addirittura potrebbero essere anche un numero molto basso.
A mio parere questo cambiamento così basilare nel Testo Sacro non si può fare. Vediamo un altro esempio:
I Tim. 4,1; Giov. 4,2: qui il relativo termine greco è tradotto con “espressione ispirata”, confondendo di fatto il messaggio con il messaggero. Infatti, nel testo greco è evidente che il “soggetto parlante” è lo Spirito stesso, mentre nella TNM l’autore dell’”espressione” è sempre il Padre, anche se l’espressione in sé non gode ovviamente di una sussistenza propria. Anche qui il termine scientifico: “equivalenza dinamica”, così come “Emendamento congetturale”, non si può usare nei confronti del Testo Sacro senza prove concrete. Vediamo ancora:
Giov. 16,27: Nella TNM, l’aggiunta “come rappresentante” è del tutto arbitraria, non essendo presente nulla del genere nel testo greco.
Vi sono poi le numerose parentesi quadre, che spesso spariscono nelle pubblicazioni ufficiali della WTS (vedi un esempio per tutti p. 96 di “Cosa insegna realmente la Bibbia?, dove “altre” è proposto in un testo non riassunto, ma presentato fra virgolette), inesistenti nel testo greco e che vanno a stravolgere completamente il senso del versetto che, senza quelle aggiunte, avrebbe tutt’altro significato. Cito solo come esempi per tutti, Giov. 14,9; Col. 1,15-17; Rom. 9,5; ecc.
A proposito delle parentesi quadre, ma non solo, non può mancare Atti 2,42 e Atti 20,27, dove la TNM ci insegna che i primi cristiani “continuavano a prendere i pasti” come se ci fosse bisogno di ricordare che essi mangiavano. L’aggiunta inesistente nel testo greco [l’uno con l’altro], appare qui necessaria per dare una parvenza di senso alla frase che, così mutilata, sarebbe altrimenti incomprensibile. Ma ciò che più risalta è che nella KIT edita dalla WTS si legge perfettamente “breaking of the bread” e “to break bread” (rompere il pane), che invece diventa “prendere i pasti”.
Non mi chieda ora di citare “tutti” i versetti che reputo non in linea con i testi esistenti (e del resto con la stessa KIT edita dalla WTS, ma si accontenti per favore dei “ogni sorta” (sta per esempi) di versetti che ho presentato. Con questa preghiera, passo ai successivi due punti 3 e 4 che riunisco per brevità:
3-4)Non si può, e non c’è assolutamente nessuna ragione concreta per tradurre Kurios con Geova, perché Kurios non è il Tetragramma e, non mi stanco di ripetere, perchè non c’è nessuna prova concreta dell’esistenza del Tetragramma nel NT, ma solo congetture e deduzioni umane che non sono sufficienti per tale inserimento. Come ho già detto, per quanto riguarda l’AT i vari nomi di Dio, compreso il Tetragramma, sono sempre ben specificati, evitando così ogni possibile confusione. Il confronto si può conseguentemente avere sulla traduzione di questi Nomi nell’AT, ma nel NT il problema non si pone perché manca semplicemente la “materia prima”, il Tetragramma. Perciò ogni confronto fra l’AT e il NT sul Tetragramma non si può fare o, se proprio non se ne può fare a meno, solo chiarendo bene prima che si tratta, ripeto solo per il Tetragramma nel NT, di teorie e ragionamenti umani non suffragati da alcuna prova concreta.
5-6)Ritorniamo qui alla stessa questione della prima domanda, sarò perciò breve riunendo i punti 5 e 6. L’onere di provare con prove concrete, e non con “Emendamenti”, il legittimo inserimento del Tetragramma nel NT, spetta a chi l’ha fatto, non il contrario. Io porto circa 7.000 prove concrete (i manoscritti esistenti provenienti non da un’area ristretta ma da tutta l’area del Mediterraneo), e mi aspetto almeno “qualche” prova concreta e non ipotesi scientifiche e ragionamenti umani. È la Bibbia stessa, cioè Dio, che me lo vieta. Se Dio avesse voluto che….:
La Bibbia ci dice tutto quello che abbiamo bisogno di sapere su quanto avviene nel reame spirituale. L’apostolo Paolo scrisse: “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile per insegnare . . . affinché l’uomo di Dio sia pienamente competente, del tutto preparato per ogni opera buona”. (2 Timoteo 3:16, 17) Se Dio avesse voluto che conoscessimo i nomi di molti angeli, li avrebbe rivelati nella sua Parola, la Bibbia. E se fosse stato suo desiderio insegnarci come metterci in contatto con gli angeli e come parlare con loro in preghiera, avrebbe provveduto queste informazioni nelle Scritture.
Gesù Cristo, invece, insegnò: “Quando preghi, entra nella tua stanza privata e, chiusa la porta, prega il Padre tuo che è nel segreto . . . Voi dovete dunque pregare così: ‘Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome’”. (Matteo 6:6, 9) Il punto di vista scritturale è questo: Non dobbiamo invocare gli angeli o rivolgerci a loro in preghiera, ma dobbiamo pregare il Creatore degli angeli, Dio stesso. Il suo nome non è un mistero, e non c’è bisogno che lo riveli un veggente. Benché siano stati fatti tentativi per nascondere il nome divino, nella Bibbia compare oltre 7.000 volte. Per esempio, riferendosi al Padre celeste il salmista cantò: “Tu, il cui nome è Geova, tu solo sei l’Altissimo su tutta la terra”. — Salmo 83:18.
Geova è sempre pronto ad ascoltarci se lo preghiamo nel modo appropriato. La Bibbia ci assicura: “Riguardo a Geova, i suoi occhi scorrono tutta la terra per mostrare la sua forza a favore di quelli il cui cuore è completo verso di lui”. — 2 Cronache 16:9.
(La Torre di Guardia, 15/11/1998 pagg. 5-6; cfr. anche le Torri di Guardia, 15/12/91, pagg. 5-6; 1/11/2008, pagg. 7-8; 15/12/2002, p. 5; 1/10/2007, p. 31; 1/10/2008, p. 14; 1/12/2008, pagg. 7-8) Passiamo ora all’ultima sua argomentazione:
7) In questa sua ultima affermazione si ipotizza, si deduce qualcosa che non ho detto. Semplicemente ribadisco, ripeto alla noia, che non esiste il Tetragramma in nessun manoscritto esistente e non ho conseguentemente intenzione di citarne nemmeno uno. Mi basta la certezza che in nessuno dei circa 7.000 manoscritti in relazione al NT esista il Tetragramma. Questa è una “prova diretta” e “concreta”, non si può perciò parlare di prove indirette. Tutto il resto sono ragionamenti e deduzioni umane, in campo scientifico forse anche legittime e che rispetto, ma alle quali io non mi affido certo, né mi cimento, attenendomi solo alla Parola di Dio e alle prove concrete di quanto in essa è contenuto.
Tradurre significa fare riferimento a uno o più testi ai quali si deve fare riferimento il più possibile. Per quanto riguarda specificatamente il Testo Sacro questo dovrebbe, a parer mio, essere fatto con la più estrema scrupolosità ed evitare ogni aggiunta, sottrazione o inserimento che non possano essere avallati da prove più che concrete.
Poiché lei mi ha scritto in un suo precedente post di avere le prove concrete della legittimità dell’inserimento del Tetragramma nel NT, rimango SEMPRE, AMICHEVOLMENTE e SEMPLICEMENTE in attesa di queste prove concrete, ma non di, anche se legittimi e del tutto degni del mio rispetto, pensieri, congetture o elucubrazioni umane.
Un caro e affettuoso saluto Angelo



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