00 17/08/2009 02:11
Caro Angelo,


Non vedo perché, non avendo fatto io quella dichiarazione, dovrei assumermi l’onere e la fatica di dettagliarla.



Perchè se lei non sa neppure a cosa si riferisce quella citazione, in che contesto è stata detta e che portata abbia sulla traduzione, mi chiedo a che scopo lei faccia quella citazione. Per quanto mi riguarda indica solo che l'edizione del 1967 rispetto alla precente ha preferito scegliere, anche in funzione dello sviluppo della critica testuale, lezioni che prima, per la loro incertezza, erano relegate in nota. Non vi vedo davvero nulla di strano, e lei?


ma si rivolgerà alla fonte della citazione che, nel nostro caso, ho correttamente riportato e che qui ripeto: WTS – Brooklyn



Dunque, lei, ha riportato una citazione fuori dal suo contesto, senza conoscerne il significato e senza averne valutato la portata sulla traduzione. Le chiedo: allo scopo di dimostare che cosa?


Anche chi è a completo digiuno della lingua greca, non potrà così fare a meno di notare, nelle due pagine a fronte, le differenze



Mi permetta la franchezza, ma mi vuole prendere in giro? Anche chi è completamente a digiuno di lingua greca sa che la traduzione idiomatica o letterale non è quella lessicale. Non esiste Bibbia in cui vi siano differenza tra la versione "interlineare" e quella "idiomatica" o "letterale".


Giov. 1,7; 12,32; I Cor. 9,22; I Tim. 2,1-4; 4,10; Fil. 2,29; I Pie 2,17; ecc. [...] in tutti gli altri casi, a fronte di un chiarissimo “pánta” (cioè “tutti”, vedi Pantheon a Roma” troviamo sempre “ogni sorta” con conseguente stravolgimento del senso del versetto



E da cosa deduce che "panta" tradotto con "ogni sorta" piuttosto che con "tutti" stravolegerebbe il senso di quei versetti? Panta può benissimo significare tutto quello che appartiene alla classe designata dal nome, e come tale si rende con "ogni tipo di, ogni sorta di" (secondo la definizione del BDAG, 2000, p.784) non necessariamente "ta panta" in senso assoluto ad indicare la tutte le cose, la creazione.

Mi pare che nei versetti da lei citati sia discutibile che "panta" abbia necessariamente il senso di "tutti" nel senso di "ogni singola persona" quanto piuttosto quello di "ogni tipo di persona". Intendo dire che non c'è alcuna ragione grammaticale o lessicale per preferie una traduzione piuttosto che l'altra, semmai sarà il contesto a decidere come rendere correttamente il passo.


Se io dico: “Sono andato a caccia e ho preso tutti gli uccelli”, o qualsiasi azione con qualsiasi altro esempio a piacere, si intende inequivocabilmente che non ne ho lasciato nessuno, sia di uccelli che di qualsiasi altra cosa, ecc.



Appunto, ma il greco non è l'italiano se lei in greco mi dicesse che è andato a caccia di uccelli è ne ha preso "panta" posso capire che lei li ha presi tutti, ma proprio tutti in assoluto, o che ne ha preso di ogni sorta. In italiano posso, e a volte devo, specificare il senso.


I Tim. 4,1; Giov. 4,2: qui il relativo termine greco è tradotto con “espressione ispirata”, confondendo di fatto il messaggio con il messaggero



Che qui si confonda il "messaggio" con il "messaggero" è cosa da provare, infatti il senso di "ta pneumata" è fondamentalmente quello di "ispirazioni", d'altronde quando mai si parlerebbe di "spirito santo" al plurale?


Infatti, nel testo greco è evidente che il “soggetto parlante” è lo Spirito stesso



Che sia "evidente" lo dice lei, visto che a me risulta che molti biblisti la pensino esattamente al contrario, dato che la stessa CEI1974 in I Gv 4,1 qui rende con "ispirazioni" e al v.2 usa "spirito" con la minuscola, dunque non si riferisce certo alla terza persona della trinità. D'altronde sarebbe lo "spirito santo" a non riconoscere Gesù come da Dio? Bizzarra interpretazione, me lo lasci dire!


Anche qui il termine scientifico: “equivalenza dinamica”, così come “Emendamento congetturale”, non si può usare nei confronti del Testo Sacro senza prove concrete. Vediamo ancora: , non si può usare nei confronti del Testo Sacro senza prove concrete



Sinceramente non capisco cosa stia dicendo, qui "spiriti" non può indicare certamente lo "spirito santo", e lo riconoscono anche i traduttori cattolici. Si parla, semmai, di ispirazioni sotto forma di messaggi o rivelazioni eretiche che sviavano la chiesa, mi pare più che corretto renderle con termini come "ispirazioni" o "espressioni ispirate". Dove sarebbe questo presunto "emendamento congetturale" di cui parla?


Giov. 16,27: Nella TNM, l’aggiunta “come rappresentante” è del tutto arbitraria, non essendo presente nulla del genere nel testo greco.



Non mi pare affatto arbitraria, qualunque dizionario di greco potrà insegnarle che para con il genitivo o con verbi indicanti "essere, venire, mandare, ecc..." indica qualcuno mandato "da parte di" qualcun altro, concetto che i traduttori rendono tranquillamente con "messaggero, messo, rappresentante o inviato" (del re, di qualcuno).

Mi fermerei a discutere questi tre passi, perché non possiamo analizzarne contemporanemente dieci, non sono abituato a questa faciloneria.

Comunque mi pare che già questi analizzati dimostrino che spesso quelli che vengono definiti "emendamenti" dipendono solo dalla frettolosità con cui vengono analizzati da, ahimè, lettore spesso prevenuti teologicamente.

Shalom

PS. Sul discorso del tetragramma la inviterei ad aprire un 3d a parte. Un solo appunto, lei vedo che attinge a piene mai da siti anti-TdG, mi permetto solo di farle notare la scarsa serietà e corretteza scientifica di un simile metodo, che rivela un pregidizio di fondo.


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