00 07/12/2009 01:13
Caro Amico di Oreste,


Esistono tre modi di tradurre il testo in questione



Mi pare che trascuri la TILC interconfessionale e la CEI1974... che rendono "E noi siamo nel Vero e nel Figlio suo Gesù Cristo" distinguendo "il Vero" dal "Figlio suo".


20 Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere colui che è il Vero



Dunque mi pare di capire che per la maggior parte di traduttori e studiosi nella prima parte del passo ho alethinos è identificato con Dio Padre.


e noi siamo in colui che è il Vero, cioè, nel suo Figlio Gesù Cristo.

traducendo en con nel, come fanno la maggioranza delle traduzioni, il figlio diventa (o meglio può diventare) anche lui "colui che è il vero" non che sia identificato con il padre, ma anche a lui viene dato lo stesso titolo di "colui che è il vero".



Il problema non è come traduciamo "en" ma cosa intendiamo con "en". Tradurlo con "nel" significa poco e niente, quello che si deve spiegare è in che senso siamo "nel Vero"? Che significato ha per te la preposizone "en" in questo contesto? Questo non è chiaro nel tuo ragionamento.

Qui il senso di "en" potrebbe essere che "siano in" cioè che "apparteniamo" a colui che ci ha fatto conoscere "il Vero", cioè "il suo figlio" Gesù? Se è così mi pare del tutto coerente la traduzione della TNM, abbiamo "il Vero", che è il Padre, ed abbiamo "il Figlio suo" che ci ha fatto conoscere "il Vero", cioè il Padre. Dunque restando "uniti a" Gesù, il Figlio del Vero, restiamo anche uniti al Vero.


come dicevo "Egli" in questo caso non può essere che il figlio ovvero il soggetto più vicino e medio



Perché dici che "non può essere che il figlio"? Houtos può essere tanto riferito al Vero, che al Figlio che a Dio. Che sia più "vicino" significa poco e nulla, per la sintassi greca più "vicino" non indica una prossimità grafica, ma ad esempio il soggetto più importante


A parte la traduzione con "questi" che in italiano non ha molto senso



Non ha molto senso? Dimmi che stai scherzando! "Questi" è un pronome dimostrativi di persona, indica la persona vicina a chi parla e si usa in posizione di soggetto e per il maschile singolare.


Personalmente accetto di più la prima versione sia perchè è più fedele all'originale



Non saprei, perché ad esempio mi chiedo si usi l'epesegetico "cioè" prima di "nel Figlio suo Gesù Cristo". Di fatto il passo dice che siamo "nel" figlio di "lui" [autos="il Vero"] dunque come vedi ho alethinos non è identificato con il Figlio, perché con "autos" ci si riferisce chiaramente a en ho alethinos.


Prendendo per buona l'aggiunta alessandrina di "Dio" la nuova cei applica al figlio per ben due volte il titolo "vero Dio".



Veramente è proprio il contrario, il Raymond Brown (che certo è trinitario) scrive:

"Nella prima frase è abbastanza ovvio che "Colui che è vero" è Dio Padre ed infatti alcuni testimoni testuali [Boarico, Alessandrino, Vulgata] lo chiarificano con l'aggiunta di "Dio". Questa prima frase ci dice che il Figlio è venuto ed abilita la gente a conoscere il Padre"

Dunque l'aggiunta "Dio" serve proprio a scongiurare che "il Vero" venga identificato con il Suo Figlio.


Come si è potuto notare la questione non è assolutamente chiusa e dire che sia giusta la versione della tnm ci rende almeno poco obiettivi



Appunto, esattamente come è altrettanto poco obiettivo sostenere che al versione della Nuova Roveduta sia necessariamente la più "fedele" all'originale rispetto alla TNM, quel "cioè" epesegetico non mi pare poi tanto ovvio nel testo, non credi?

Shalom
[Modificato da barnabino 07/12/2009 01:19]
--------------------------------------------------------------------
Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

FORUM TESTIMONI DI GEOVA