PARTE 2
Fu allora che gli fu attribuito il titolo di “Pastore”, che fu e restò solo un riconoscimento onorifico. I quel periodo formulò tutta la sua esegesi, una specie di “Summa” del pensiero giudicato “eretico” prima dal Cattolicesimo e poi dal Protestantesimo, ma da lui ritenuto l’autentica espressione dello Spirito Santo durante l’era cristiana. Fu “unitario”, cioè antitrinitario, come Ario e meglio ancora come Michele Serveto, che per tale motivo nel 1553 era stato arso sul rogo a Ginevra da Calvino. Credette che il Papato fosse l’Anticristo e che la Chiesa di Roma fosse la Babilonia dell’Apocalisse, proprio come avevano scritto Valdo, Wycliffe, Hus, Lutero ecc. Commemorava la Santa Cena una sola volta all’anno (il 14 Nisan, il giorno della Pasqua ebraica) come gli Ebioniti e come Policarpo. Rifiutava naturalmente la dottrina della transustanziazione, ritenendo che il pane e il vino della commemorazione fossero solo simboli e non il corpo e il sangue letterali di Gesù, secondo la tradizione protestante. Accettava che il battesimo venisse impartito agli adulti soltanto, secondo i dettami dell’Anabattismo, e così via. Ma soprattutto fu un fervente millenarista. Credeva che il Regno di Dio in terra fosse imminente, ma ebbe il merito di illustrarlo come un governo mondiale di giustizia e di ristoro ad ogni uomo, di qualsiasi nazione, ne avrebbe tratto uguale beneficio. Non credeva che si sarebbero salvati solo gli appartenenti ad una setta e qui sta un’altra grande virtù di Russell. A questo proposito nel 1873 pubblicò un opuscolo dove si legge: “Ci sentiamo grandemente afflitti dall’errore dei Secondi Avventisti, che attendevano Cristo nella carne e insegnavano che il mondo e tutti quelli che erano in esso, eccetto i Secondi Avventisti, sarebbero stati bruciati nel 1873 o nel 1874. Le loro fissazioni di date, le loro delusioni e le loro idee sommarie sull’obiettivo e sul modo del Suo Avvento recarono più o meno biasimo su di noi e su tutti quelli che attendevano e proclamavano il Suo Regno imminente”. Nel gennaio 1876 lesse su “L’Araldo del mattino” l’articolo di Barbour in cui quest’ultimo ritrattava tutto quanto aveva in precedenza sostenuto sul ritorno fisico di Cristo, riconoscendo che il Suo Secondo Avvento sarebbe avvenuto si nel 1874, ma in modo invisibile e che il Millennio, così iniziato, avrebbe portato un beneficio al genere umano e non una distruzione universale. Russell volle conoscere il direttore della rivista. Fu così che iniziò una collaborazione fra i due. Dopo aver entrambi accettato che Cristo era tornato in modo invisibile nel 1874, insieme dedussero che, come era stato di quarant’anni il periodo dal Primo Avvento di Gesù alla distruzione di Gerusalemme dell’anno 70, così sarebbe stato di uguale durata il periodo del Secondo Avvento di Gesù alla fine del mondo, che sarebbe avvenuta nel 1914, quarant’anni dopo il 1874. Era il 1876, l’anno di svolta nella vita di Russell, che decise proprio allora di consacrarsi interamente a Dio, rinunciando al commercio. La vendita dei suoi titoli gli valse più di 250.000 dollari. Nella decisione fu approvato da suo padre, che, convertitosi alle idee del figlio, le condivise fino alla morte, avvenuta nel 1897 alla veneranda età di ottantaquattro anni. Dal 1877 in poi divenne un acceso predicatore del Regno di Dio, della sua imminenza e della necessità di consacrarsi al suo servizio. Era un buon oratore, dolce e persuasivo. Inoltre era molto diplomatico nel trattare con i Pastori delle varie denominazioni protestanti di diverse Chiese. In qualsiasi posto andasse a pronunciare i suoi sermoni vietava la colletta, che era in uso dovunque. Sempre nel 1877 stampò con Barbour un libro intitolato I tre mondi e la mietitura di questo mondo. Si basò sul terzo capitolo della seconda lettera di San Pietro, dove si legge di tre mondi: un primo mondo, formato da un primo cielo e da una prima terra, che fu distrutto dal diluvio universale; un secondo mondo, formato da un secondo cielo e da una seconda terra, che è quello in cui viviamo; un terzo mondo, formato da un nuovo cielo e una nuova terra, che deve venire. Per gli autori le parole “cielo” e “terra” nella Bibbia sarebbero simboliche e rappresenterebbero: il “cielo” i poteri ecclesiastici, la “terra” l’ordine sociale. Nel secondo mondo, quello post-diluviano e pre-millenario, gli autori distinsero altre tre epoche: quella dei patriarchi (da Noè a Giacobbe), quella degli Ebrei (da Giacobbe a Cristo), quella del Vangelo (dal Primo al Secondo Avvento di Cristo). Ritennero inoltre che l’epoca degli Ebrei avesse avuto la stessa durata di quella del Vangelo e entrambe sarebbero finite con una mietitura tra veri e falsi Cristiani, cioè tra grano e zizzania, della durata di quarant’anni. Erano convinti di vivere nella mietitura dell’età del Vangelo, che si sarebbe compiuta nel 1914. Il “fuoco”, che avrebbe distrutto “il cielo e la terra che sono ora”, non sarebbe stato letterale ma avrebbe rappresentato simbolicamente un’anarchia mondiale, che avrebbe annientato nel caos ogni religione e ogni politica. La società umana restaurata dal caos avrebbe formato la “nuova terra” sotto il Regno celeste di Cristo, il “nuovo cielo”. Successe però che la stessa cronologia che aveva unito i due fu quella che poco dopo li divise per sempre. Nel 1878 Barbour si aspettava si essere rapito in cielo: Gesù era risuscitato con un corpo spirituale tre anni e mezzo dopo la Sua venuta come Messia, cioè dopo il Suo battesimo nel Giordano; dopo altrettanto tempo dal Suo ritorno avrebbe risuscitato i Suoi santi, che sarebbero stati rapiti sulle nuvole a incontrarLo. Siccome era modestamente convinto di essere nel novero degli Ebrei, pensò che tre anni e mezzo dopo il 1874, cioè nel 1878, sarebbe salito in cielo come Elia in un turbine di vento. Russell fu entusiasta dell’idea ma il suo entusiasmo durò un anno soltanto. Nel 1879, avvilito per essersi lasciato influenzare dai Secondi Avventisti, forse ricordandosi di averli un tempo criticati giustamente per la loro mania di datare, li lasciò. Per prima cosa si sposò: trovò una specie di Santippe, una certa Maria Frances Ackley, che gli rovinò l’esistenza con i suoi atteggiamenti da suffragetta isterica. In quello stesso anno lanciò il pomo della loro discordia coniugale: fondò la rivista “Torre di guardia di Sion e araldo della Presenza di Cristo” onde convincere altri studiosi della Bibbia che il tempo della mietitura fra “grano” e “zizzanie” era giunto e che Cristo era tornato per operare questa separazione con una grande diffusione della Verità biblica.