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LA TRINITÀ FRA ANTICO E NUOVO TESTAMENTO

Ultimo Aggiornamento: 10/02/2010 18:03
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14/01/2010 00:29

4. LA “MIA” BIBBIA

La prima volta che fu annunciato compiutamente il Vangelo, cioè a Pentecoste, ciascuno del variegato uditorio lo udì «nella propria lingua» (Atti 2:6). Quando poi tornarono nelle loro diverse nazioni, trasmisero ad altri quel poco che avevano compreso (che era poco, ma c’era tutto l’essenziale), continuando ad usare la propria lingua. Non erano responsabili del “significato dei testi in lingua originale”, ma della traduzione che lo Spirito santo aveva loro affidato.
Tradurre si sa che significa anche “tradire”, perché i significati non possono passare da un contesto ad un altro rimanendo perfettamente gli stessi. Anche in questo aspetto, allora, la Chiesa è “una impossibilità che sta in piedi per miracolo” e, nel nostro caso, il miracolo è che lo Spirito Santo sa fare ottime applicazioni anche di traduzioni non ottime, purché sia ottima la disponibilità di chi legge.
La domanda che mi pongo, perciò, è COSA DICE QUESTA BIBBIA CHE HO DAVANTI? Non voglio ignorare i problemi riguardanti la sua fedeltà rispetto ai testi originariamente ispirati agli autori sacri, ma nemmeno lasciare che mi impediscano di essere illuminato e riscaldato da una traduzione certamente imperfetta, ma il cui limite è dato soprattutto dalle mie imperfezioni ed è su quest’ultime che desidero concentrarmi.
Data la mia personale vicenda, mi sono familiarizzato con la cosiddetta versione Riveduta Luzzi la quale, dopo il 1994, è divenuta Nuova Riveduta. È una traduzione che ha certamente qualche limite, ma che gode di buona fama. Quando trovo qualche difformità importante rispetto ad altre traduzioni, ringrazio profondamente Dio perché posso ricorrere ad un “arbitro”, cioè alla cosiddetta traduzione Concordata, di editore laico (Mondadori, 1968) e che è stata approvata dalla generalità dei cristiani (ortodossi, cattolici e protestanti), oltre che dall’ebraismo per quanto riguarda l’Antico Testamento.
Non rifiuto di prendere in considerazione le altre traduzioni, ma solo quando è veramente necessario. Sono però tanto più diffidente quanto più la traduzione proviene da ambienti ristretti, perché la Parola di Dio è universale e bisogna perciò evitare di piegarla ai propri fini.
La traduzione di Giovanni 1:1 è quella che suscita più contrasti fra “trinitari” e “antitrinitari” e perciò mi ci sono arrovellato per cercare di andare oltre la contesa, quando infatti si va in tribunale emerge probabilmente un vincitore, ma il fossato fra le parti tende ad allargarsi. Quando poi si litiga se sia vera l’una o l’altra versione della Bibbia, c’è un perdente sicuro ed è la Parola di Dio stessa, screditata agli occhi di chi assiste, che poi trasferisce il discredito sui contendenti. I problemi fra Ebrei, cattolici e protestanti sono stati ritenuti irrisolvibili per tanti secoli, eppure oggi c’è un Antico Testamento e un Nuovo Testamento che sono stati tradotti insieme (la “Concordata” anche con gli Ebrei e la “TILC” fra cristiani). Perché allora non tentare una traduzione in comune con alcuni Testimoni di Geova disposti a farlo? La strada è difficile e lunga, ma qualcuno dovrà pure cominciare a provarci.



Per contatti: roberto.carson@tiscali.it
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