4) C'è anche da precisare, che questa distizinoe tra ipostasi (persona) e ousia (natura, essenza, sostanza) che è il fulcro su cui si regge il trinitarismo è in realtà un sofisma ideato proprio dai teologi trinitari nel IV secolo. Prima di tale data non esisteva tale distinzione. In pratica ousia (essenza) e hipostasis (persona)erano sinonimi.
Questo fatto ci aiuta a capire perchè spesso si realizza tale confusione, proprio perchè tale distizione non esisterebbe se non fosse per una forzatura semantica operata dai teologi trintiari, che piegano il lessico a supporto delle proprie speculazioni metafisiche.
Di fatto sarebbero i trinitari che distinguono tra essenza e persona ad essere "fuori legge" su un piano etimologico, e paradossalmente coloro che usano scambievolmente i termini essenza e persona in regola!
Sinceramente credo che la relazione d'identità tra persona e sostanza sia più che basata su questioni etimologiche (cioè il fatto che anche "ipostasi" significa sostanza ma poi lo si è reso sinonimo di "persona").
Se Dio non è persona allora Dio non è Padre, e se il Padre non è sostanza allora il Padre non è Dio.
Il modo d'intendere la trinità che tronca l'identificazione Dio = Padre è il più classico dei metodi per far "quadrare" il tutto, ed è come se avvenga un processo automatico del tipo:
1. La formulazione trinitaria, così com'è, non la capisco
2. Se non la capisco è perché sbaglio a intenderla
3. Se la intendo in questo altro modo diventa comprensibile
4. Evidentemente il modo giusto d'intendere la trinità è necessariamente quello che capisco (o che è comprensibile)
Questo ragionamento è sbagliato (IMHO)
Sono personalmente giunto alla conclusione che il processo dovrebbe essere all'inverso e cioè:
se ho una concezione della dottrina che "quadra" o che è "comprensibile" allora questa concezione non può essere la concezione ortodossa.