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Altre ... e [altre]

Ultimo Aggiornamento: 07/03/2010 20:47
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22/09/2009 21:25

confronto delle traduzioni bibliche
Vorrei mostrarvi come traducono Atti 10:46, alcune traduzioni bibliche:

Nuova Riveduta: perché li udivano parlare in altre lingue e glorificare Dio.

Nuova Diodati: perché li udivano parlare in altre lingue e magnificare Dio. Allora Pietro prese a dire:

Riveduta: poiché li udivano parlare in altre lingue, e magnificare Iddio.

Se consultate il testo greco, la parola "ALTRE" inserita nel contesto di questa scrittura, semplicemente NON ESISTE! E' stata aggiunta!

I Sigg. detrattori, oppositori dei tdG e "ricercatori del pelo nell'uovo", hanno criticato e continuano a parlare della traduzione biblica dei tdG perchè questa in Colossesi 1:16-17 aggiunge la parola ALTRE, per rendere il senso dei versetti, e cmq, ponendo lealmente "altre" tra parentesi quadre [], allo scopo di far capire al lettore che trattasi di una parola aggiunta.

Mi chiedo come mai questi Sigg. Loro, non hanno da discutere e criticare le versioni succitate, le quali usano o abusano anch'esse di questa parola.

Walter Simoni

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23/09/2009 10:44

Perché secondo la teologia adottata aprioristicamente dal traduttore, il quale critica la scelta traduttiva del comitato del nuovo mondo, la parola "altre" inserita in quel contesto cambierebbe aspetti dottrinali e teologici.

Cosa che non avviene o rimane teologicamente e dottrinalmente neutra nel caso delle "altre lingue" soggetto del brano da te riportato.

La critica non è propriamente filologica o traduttiva bensì sul concetto aprioristico che ha portato a quella scelta.
Non si può parlare di traduzione infedele, poiché l'inserimento di parole atte a rendere il significato corretto al referente odierno, come nel caso da te riportato, non costituisce di per sé un atto illecito del traduttore.

La questione è quindi impostata più sull'ideologia, la teologia e la dottrina che ha portato a quella scelta traduttiva, di per sé corretta.
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"Noi conosciamo la verità non soltanto con la ragione, ma anche con il cuore. E invano il ragionamento, che non vi ha parte, cerca d'impugnarne la certezza" - B. Pascal
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23/09/2009 14:21

Caro Methatron,


la parola "altre" inserita in quel contesto cambierebbe aspetti dottrinali e teologici



Questo è quello che viene detto in genere dai nostri critici sul web, ma francamente non ho mai capito come l'aggiunta di "altre" in Colossesi 1 "cambierebbe" qualche aspetto dottrinale, a me pare che lasci inalterato il senso dell'affermazione di Paolo, e della stessa idea è Jason BeDuhn.

E' vero, può orientare una certa lettura, ma è vero anche per il contrario... nel senso che l'orientamento dipende non dal testo in sé ma dal contesto teologico di chi legge.

Shalom
[Modificato da barnabino 23/09/2009 14:22]
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23/09/2009 15:24

Re:
Methatron, 23/09/2009 10.44:

...
Cosa che non avviene o rimane teologicamente e dottrinalmente neutra nel caso delle "altre lingue" soggetto del brano da te riportato.




Non credo sia così, sai!
La parola "altre" nel contesto delle lingue, so che è stata adottata con uno scopo specifico, teologico: giustificare il dono di "altre" lingue, di lingue "sconosciute". Mentre Atti al cap.2 parla ad esempio dell'esperienza in cui Medi e Parti udivano parlare nelle LORO lingue (mostrando in tal modo che Dio concedeva il dono di lingue realmente parlate e conosciute), con l'aggiunta di "ALTRE" in quel contesto, si vuol far credere che fra i doni dello Spirito vi sia anche il parlare "altre lingue", lingue sconosciute, le famose "lingue degli angeli".

Dnq, nel contesto che ho riportato, la parola "altre" ha una ragione teologica, (tant'è vero che è contenuta nelle versioni usate per lo più dai movimenti evangelico-carismatici), anche se di fatto, qualunque lettore che abbia il giusto intendimento relativo al dono delle lingue concesse da Dio, non troverà alcuna differenza teologica, poichè "altre lingue" può benissimo voler dire: lingue diverse da quelle parlate dalla persona investita dal dono dello Spirito!

Walter Simoni

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23/09/2009 15:54


Questo è quello che viene detto in genere dai nostri critici sul web, ma francamente non ho mai capito come l'aggiunta di "altre" in Colossesi 1 "cambierebbe" qualche aspetto dottrinale, a me pare che lasci inalterato il senso dell'affermazione di Paolo, e della stessa idea è Jason BeDuhn.



Se traduci: "Gesù crea tutte le cose" indistintamente, l'idea trasmessa sembra suggerire al referente che il soggetto collimi col Creatore increato.
Se traduci: "Gesù crea tutte le [altre] cose" identifichi almeno una cosa che non sia stata da lui creata e quindi dissoci formalmente e per induzione il Creatore increato dal soggetto della frase: Gesù.

Mi sembra un pensiero coerente e in linea con la lecita scelta traduttiva di aggiungere un [altre] per completare il senso delle parole di Paolo.

Fossilizzarsi su un solo versetto per evincere una verità è limitativo e fuorviante, ma credo che alla luce del contesto e cotesto sia più facile per un referente comprendere l'aggiunta che una glossa in cui si spieghi il perché della scelta traduttiva. Ciò che va segnalato è l'aggiunta non il perché sia stata fatta.
L'onestà intellettuale dei traduttori risiede in questa semplice evidenza, non nelle sterili polemiche di processi alle intenzioni.


La parola "altre" nel contesto delle lingue, so che è stata adottata con uno scopo specifico, teologico: giustificare il dono di "altre" lingue, di lingue "sconosciute".



Non ritengo che l'aggiunta denoti necessariamente la tipologia di lingua parlata: l'interpretazione secondo cui la lingua (anche con l'aggiunta [altre] nel testo) debba essere "sconosciuta" è una congettura senza basi cotestuali o contestuali. In parole povere non è sufficiente aggiungere [altre] per giustificare quella desunzione ipotetica.

La cosa grave è non segnalare l'assenza di [altre] nel testo originale, anche se ininfluente e non determinante.
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23/09/2009 16:22

Caro Methatron,


Se traduci: "Gesù crea tutte le cose" indistintamente, l'idea trasmessa sembra suggerire al referente che il soggetto collimi col Creatore increato.

Se traduci: "Gesù crea tutte le [altre] cose" identifichi almeno una cosa che non sia stata da lui creata e quindi dissoci formalmente e per induzione il Creatore increato dal soggetto della frase: Gesù.



Infatti, ma questo è quello che dice il testo. Aggiungendo "altre" si sottolinea semplicemente che Dio non è stato creato "per mezzo" di Gesù, cosa che mi pare sia assolutamente presente nel testo. L'aggiunta si limita a sottolineare qualcosa che è presente nel testo e mettere in secondo piano qualcosa che di fatto non c'è. Dunque è il linea non solo con la presunta teologia dei traduttori, ma con il senso pieno del testo.

Ho scritto in corsivo la parola "sottolineare" perché "anche" non toglie e non aggiunge nulla al testo in sé, si limita a specificare solo qualcosa che è "già presente" nel testo e al massimo mettere in ombra qualcosa che "non c'è", questo è quello che pensa anche BeDuhn.


L'onestà intellettuale dei traduttori risiede in questa semplice evidenza, non nelle sterili polemiche di processi alle intenzioni



Concordo pienamente.

Shalom

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23/09/2009 16:37


Dunque è il linea non solo con la presunta teologia dei traduttori, ma con il senso pieno del testo.



Diciamo che l'assenza non-totalizzante di [altre] "aiuta" una lettura avente il concetto aprioristico che vede il primogenito come Dio stesso.
Per il resto sono pienamente d'accordo con te, ma l'assenza di [altre] "aiuta" perlomeno una visione teologica in cui Dio e il Figlio sono la stessa persona.
Questo è il mio pensiero.

Massimo Rispetto.
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23/09/2009 17:18

Caro Methatron,


l'assenza di [altre] "aiuta" perlomeno una visione teologica in cui Dio e il Figlio sono la stessa persona



Hai detto bene, l'assenza "aiuta" semplicemente quella lettura, ma non ne cambia in alcun modo il significato e la sostenza. Dunque il problema più che di sostanza (cioè il senso del testo originale) diventa di forma, o per dirla in altre parole "liturgico": non specificando "altre" il lettore ingenuo potrebbe essere indirizzato (ma contro il cotesto) a leggere il testo in un senso vagamente trinitario.

Shalom
[Modificato da barnabino 23/09/2009 17:18]
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23/09/2009 18:47


Se traduci: "Gesù crea tutte le cose" indistintamente, l'idea trasmessa sembra suggerire al referente che il soggetto collimi col Creatore increato.
Se traduci: "Gesù crea tutte le [altre] cose" identifichi almeno una cosa che non sia stata da lui creata e quindi dissoci formalmente e per induzione il Creatore increato dal soggetto della frase: Gesù


Infatti, quindi sempre per induzione il lettore arriva a comprendere che il soggetto sia un creatore creato.
[Modificato da pavel43 23/09/2009 18:48]
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23/09/2009 19:10

Caro Pavel,


Infatti, quindi sempre per induzione il lettore arriva a comprendere che il soggetto sia un creatore creato



Il lettore può anche arrivare a quella conclusione, così come può benissimo arrivare ad una conclusione diversa, così come arriverebbe a quella comprensione, in base al cotesto, anche senza l'aggiunta di "anche".

Insomma, l'aggiunta di "anche" non aggiunge e non toglie nulla al testo in sé, perché si limita ad esplicitare qualcosa che è implicito, semmai sottolinea la lettura cotestuale piuttosto che altre.

Shalom
[Modificato da barnabino 23/09/2009 19:15]
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23/09/2009 19:19

Comunque il 3d riguardava l'insistenza di certo critici sul passo di Colossesi come reso dalla TNM mentre sembra ignorare, nelle polemiche, la stessa operazione, qui accentuata perchè apparentemente non giustificata da alcuna ragione grammaticale (per "altre" l'aggiunta è giustificatissima da pas/panta che spesso possiede implicitamente il concetto di altre).

Bizzarro, non ti pare, che per i TdG si spendano tante parole, si facciano processi alle intenzioni, e per tutte le [altre] traduzioni non si dica nulla... forse un pò più di sobrietà sarebbe d'obbligo.

shalom
[Modificato da barnabino 23/09/2009 19:19]
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23/09/2009 19:23


Bizzarro, non ti pare, che per i TdG si spendano tante parole, si facciano processi alle intenzioni, e per tutte le [altre] traduzioni non si dica nulla... forse un pò più di sobrietà sarebbe d'obbligo.



Tra l'altro credo che nelle traduzioni italiane l'unica che utilizza le parentesi quadre per le parole aggiunte sia la TNM. Inoltre c'è un'altra traduzione protestante (in questo momento non ricordo quale sia) che mette in corsivo le parole aggiunte. Tutte le altre Bibbie, sia cattoliche che protestanti, non danno alcun segnale in merito alle parole aggiunte.



Per contatti: roberto.carson@tiscali.it
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23/09/2009 20:23


Bizzarro, non ti pare, che per i TdG si spendano tante parole, si facciano processi alle intenzioni, e per tutte le [altre] traduzioni non si dica nulla... forse un pò più di sobrietà sarebbe d'obbligo.


Non ho fatto altro che dare logica conclusione(una riga) all'intervento di Methatron che ha scelto di parlarne.
Più sobrio di così.
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24/09/2009 00:14


Infatti, quindi sempre per induzione il lettore arriva a comprendere che il soggetto sia un creatore creato.



Esattamente.

Ed è proprio per questo che i processi alle intenzioni trovano il tempo che trovano.

La domanda è: "Il testo avvisa il lettore che [altre] è un'aggiunta traduttiva di completezza al testo originale?

Se sì, la scelta traduttiva per quanto non condivisibile da una teologia differente è corretta e onesta intellettualmente.
Se no, la traduzione tradisce una possibile inconsapevolezza del lettore.

Non per niente consigliamo sempre la valutazione di più traduzioni per evincere il genuino messaggio biblico che raggiungerà sicuramente i cuori dei sinceri ricercatori di Verità.

Questo è il mio pensiero.

Massimo rispetto.
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04/03/2010 13:15

risposta di don Giancarlo Apostoli
RICEVO E PUBBLICO INTEGRALMENTE:
________________________________
Altre... si o no?

Seguo quasi ogni giorno da esterno il forum e vorrei a riguardo della parola altre, riportare alcune mie considerazioni circa Col 1,16-17 e At 10,46 (e simili).
Parto dalle tue parole virgolettate (sottolineature mie):

«Se consultate il testo greco, la parola "ALTRE" inserita nel contesto di questa scrittura, semplicemente NON ESISTE! E' stata aggiunta!

I Sigg. detrattori, oppositori dei tdG e "ricercatori del pelo nell'uovo", hanno criticato e continuano a parlare della traduzione biblica dei tdG perchè questa in Colossesi 1:16-17 aggiunge la parola ALTRE, per rendere il senso dei versetti, e cmq, ponendo lealmente "altre" tra parentesi quadre [], allo scopo di far capire al lettore che trattasi di una parola aggiunta.

Mi chiedo come mai questi Sigg. Loro, non hanno da discutere e criticare le versioni succitate, le quali usano o abusano anch'esse di questa parola.

Walter Simoni»




Inizio riportando una interessante raccomandazione presente nella Torre di Guardia 1/6/1970 alla pag. 340

«Ciò che nοi come studenti biblici doνremmo volere è quello che dice il testo greco originale. Solo aνendo questo basilare significato possiamo determinare se la Traduzione del Nuovo Mondo ο qual­siasi altra traduzione della Bibbia è giusta ο nο»

Continuo prendendo spunto da un mio libro-risposta ad un altro libro scritto da Felice Buon Spirito “La Traduzione del Nuovo Mondo: Manipolata o tradotta fedelmente?” In effetti come tu dici, nel testo greco in At 10,46 la parola altre non esiste, è stata aggiunta, ma non solo nelle 3 Bibbie protestanti da te citate, anche in alcune cattoliche e interconfessionali. Sotto riporto un elenco come esemplificazione:

CEI 08, TOB, RIVEDUTA, TILC, RICCIOTTI, NUOVA RIVEDUTA, NUOVA DIODATI “parlare in altre lingue”;

NT La Bibbia in lingua moderna, CEI 74, TNM, Nuovissima versione della Bibbia, CONCORDATA “parlare in lingue”;

NARDONI, TINTORI “parlare le lingue”;

GAROFALO “parlare in diverso linguaggio”


Certo, il fatto che esistano versioni che riportino o no la parola altre, non pregiudica necessariamente la loro legittimità: dipende dal contesto e dal senso del brano.

Andiamo a Col 1,16-20. Proseguendo la lettura dell’inno, si dice che «nel primogenito ™kt…sqh t¦ p£nta sono stata create tutte le cose ».

La NM, come si vede, inserisce più volte nel testo la parola [altre]. Non essendo parte dell’originale greco, giustamente le inserisce tra le parentesi quadre. Ci si accorge subito che con l’aggiunta di [altre] il senso del versetto cambia radicalmente (non è vero dunque che questa aggiunta rende il senso del versetto, come tu ritieni, perché il senso è già in sè molto chiaro). Gesù infatti viene ad essere incluso tra gli esseri creati, è una di quelle creature, parte della creazione di Dio. Questo è risaputo anche dalla stessa KIT che sotto il testo critico greco riporta l’inglese letterale esatto: “it was created the all (things)” in lui fu creato il tutto; ha poi aggiunto “cose” tra parentesi per dire che “il tutto” significa “tutte le cose”, e fin qui va bene. Manca sia nel greco che nella traduzione sottostante la parola corrispondente ad “altre” che invece appare nella NM in italiano e in tutte le altre lingue.

Felice da parte sua per giustificare l’aggiunta di [altre] ritiene che anche bibbie cattoliche e protestanti hanno operato allo stesso modo con altri versetti, e in maniera ancora più subdola, in quanto non avrebbero avvisato in nessun modo gli ignari lettori di questi “aggiustamenti”.[1]

Tanto per cominciare, a proposito di mancati avvisi o comunicazioni, forse pochi sanno che fin dal 1950 con la pubblicazione di una delle prime edizioni della NM in inglese, era già stata inserita nel testo sacro la parola “altre” e per di più senza parentesi, come se facesse parte integrante del testo.

In secondo luogo poi, chi andasse a controllare i passi citati da Felice si accorgerebbe che in quei versetti sono messe a confronto realtà omogenee, della stessa identica specie, mentre in Col 1,15ss realtà di diversa specie: da una parte Gesù Cristo prwtÒ-tokoj il primo-generato, e dall’altra tutte le cose t¦ p£nta, create ™kt…sqh in lui[2] (™n aÙtù). Perciò Cristo non è della stessa specie delle cose, è distinto da esse, cioè dalle creature.

Questa differenza viene ancor più sottolineata da Paolo che utilizza in riferimento alle cose create proprio il pronome neutro “tà pànta” (t¦ p£nta - a rigore dovrebbe essere tradotto: “in lui fu creato il tutto”); grammatica vuole, e la grammatica non è un’opinione, che al pronome plurale neutro tà pànta, sia estraneo un valore partitivo come vorrebbe Felice.

Vediamo i versetti da lui citati che giustificherebbero l’aggiunta di [altre].

In Lc 13,2, “i Galilei massacrati da Pilato”, non sono forse della stessa specie di “tutti i Galilei”? Certo, si può dunque legittimamente sostituire all’espressione “tutti i Galilei” gli “altri Galilei”; infatti la frase “Pensate che questi Galilei erano più peccatori a confronto degli altri Galilei?” non è affatto alterata rispetto a “Pensate che questi Galilei erano più peccatori a confronto di tutti i Galilei?”

Altro versetto citato da Felice è Mt 26,35, dove è confrontato l’operato di Pietro e dei suoi compagni: anche qui è chiaro che sia Pietro che i suoi compagni sono della stessa “specie umana”, perciò dire “Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò affatto. La stessa cosa dissero pure tutti gli altri discepoli”, è equivalente a “Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò affatto. La stessa cosa dissero pure tutti i discepoli”.

Così in Lc 21,29 c’è forse differenza nel dire che “il fico è uno fra tutti gli alberi” o che “il fico è uno fra gli altri alberi?”

Lo stesso vedasi per Lc 24,9, 1Cor 6,18, 2Cor 13,2, Fil 2,9 e 2,21, dove si confrontano tra loro realtà omogenee: i discepoli, i peccati, il nome, i membri della comunità, le lingue in At 10,46.

L’accurata precisione di Felice nel segnalarci che [altre] è stato messo tra le parentesi quadre per indicare che non fa parte della lingua originale, è di fatto categoricamente smentita da parecchie pubblicazioni dei TdG, che citano “altre” di Colossesi senza parentesi al fine di sostenere determinate conclusioni. Ragioniamo[3] sia in fondo a pag. 153 che a pag. 406 cita tranquillamente in Col 1, 15-17 la parola “altre” senza le parentesi; lo stesso nel libro Creazione[4] a pag. 22, in Cose nelle quali…,[5] pag. 127, in Accertatevi[6] pag. 118 e 207 e sulla rivista Tor del 1/12/1985 pag. 7.

Augurandoti una buona serata, sono sempre disponibile a qualsiasi chiarimento e scambio di opinioni.

Saluti donGiancarlo A.

[1] Cfr. La Traduzione del Nuovo Mondo…, 476
[2] Non “per mezzo”, ma modellate su di lui
[3] Ragioniamo facendo uso delle Scritture, Roma 1998,
[4] La Creazione (di J.F. Rutherford), Brooklyn 1927
[5] Cose nelle quali è impossibile che Dio menta, Brooklyn 1965
[6] Accertatevi di ogni cosa









Walter Simoni

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06/03/2010 00:02

ULTERIORE COMMENTO DI DON G. APOSTOLI

E-mail inviatami da don Giancarlo Apostoli
__________________________________________


Sono sempre io: spero di non importunare troppo, al massimo dimmelo.

Per quanto riguarda ancora l’inno a Col 1,15ss, solo ad un semplice confronto di alcune diverse versioni bibliche, si nota che “altre” non compare mai, ad eccezione della BLM (ma basta leggere per capire il tutto).

TILC tutte le cose create… sono state fatte

IBE, NVP in lui sono stati creati tutti gli esseri

NM per mezzo di lui tutte le [altre] cose furono create

ND, RI, TIV, BG, NR, BTI, RL, NA, GA3, TOB, GCC, NAT, SBT in lui sono state create tutte le cose

KIT, CON in lui fu creato il tutto(cose)

BLM Cristo…esisteva già prima che Dio creasse tutte le cose…Tutte le cose sono state create da lui e per lui; egli esisteva già prima di ogni altra cosa

NA Fulvio Nardoni (c)
RL Riveduta – Luzzi (p)
TILC Interconfessionale in lingua corrente
RI La Sacra Bibbia Ricciotti (c)
ND Nuova Diodati (p)
GCC La Bibbia Gesuiti Civiltà Cattolica (c)
BLM La Bibbia in lingua moderna (p)
NR Nuova Riveduta (p)
SBT La Sacra Bibbia Thompson (p)
SBTI La Sacra Bibbia Eusebio Tintori o.f.m. (c)
GA La Sacra Bibbia Salvatore Garofano (3 volumi) (c)
CON Bibbia Concordata
NVP Nuovissima Versione dai testi originali – Paoline (c)
BG La Bibbia di Gerusalemme (c)
TOB Traduction Oecomenique de la Bible
KIT The Kingdom Interlinear Translation of the Greek Scriptures
IBE Nuovo Testamento Interlineare di Piergiorgio Beretta – testo NVP
NAT Nestle-Aland Nuovo Testamento Greco-Italiano di B. Corsani e C. Buzzetti
TIV Traduzione Interlineare Vianello

Mi sorgono spontanee alcune domande:
1)ma è proprio vero che la parola altre è necessaria per “rendere il senso dei versetti”, o per “rendere il significato corretto al referente odierno”? (si legge anche questo nella discussione sul forum)
2) Perché allora non compare mai in nessuna delle bibbie cattoliche, protestanti e interconfessionali sotto citate?
3) Possibile che nessun studioso che ha curato la diverse traduzioni si sia mai accorto di questo necessario o fondamentale inserimento? (Questo vorrà pur dire qualcosa!)

E’ palese, come ho già riportato precedentemente, che il testo di Col 1,15ss sia in se stesso già chiaro, così come il suo senso e significato, e non serve aggiungere altro per esplicitarlo, altrimenti l’avrebbero fatto anche le altre bibbie. La scelta della traduzione, dunque, non è da collegare a nessun “preconcetto ideologico o teologico”, a meno che non ne abbia uno la NM visto che è l’unica ad aggiungere [altre].

Saluti don Giancarlo


Walter Simoni

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06/03/2010 00:42

Caro Giacarlo,


Per quanto riguarda ancora l’inno a Col 1,15ss, solo ad un semplice confronto di alcune diverse versioni bibliche, si nota che “altre” non compare mai, ad eccezione della BLM (ma basta leggere per capire il tutto)



Il che non vedo cosa abbia a che fare con il senso greco del testo. Le traduzione si discutono non su altre traduzioni, ma su quello che dice il testo originale.


Mi sorgono spontanee alcune domande:
1)ma è proprio vero che la parola altre è necessaria per “rendere il senso dei versetti”, o per “rendere il significato corretto al referente odierno”? (si legge anche questo nella discussione sul forum)



La parola "altre" esclude Dio dalla creazione, forse per la nostra cultura crsitiana e monoteista da secoli può essere pleonastico sottolinearlo, ma non per la cultura dei lettori di Paolo né per molte culture che leggono oggi la Bibbia.


2) Perché allora non compare mai in nessuna delle bibbie cattoliche, protestanti e interconfessionali sotto citate?



Immagino perché diamo per scontato che "tutte" escluda Dio tra le cose create per mezzo di Gesù.


3) Possibile che nessun studioso che ha curato la diverse traduzioni si sia mai accorto di questo necessario o fondamentale inserimento? (Questo vorrà pur dire qualcosa!)



Non saprei, per lei cosa vuol dire?


E’ palese, come ho già riportato precedentemente, che il testo di Col 1,15ss sia in se stesso già chiaro, così come il suo senso e significato, e non serve aggiungere altro per esplicitarlo, altrimenti l’avrebbero fatto anche le altre bibbie



Ed esplicitarlo, a vantaggio di coloro per il quale potrebbe non essere chiaro, per lei è un errore? Mi faccia capire, perché il suo è un concetto originale.


La scelta della traduzione, dunque, non è da collegare a nessun “preconcetto ideologico o teologico”, a meno che non ne abbia uno la NM visto che è l’unica ad aggiungere [altre]



Alla TNM interessa unicamente esplicitare quello che era il concetto espresso da Paolo. In questo senso è senz'altro teologica, così come è teologica la scelta di chi ritiene che non sia necessario espicitare in concetto dal momento che potrebbe oscurare il dogma. In altre parole: secondo lei la TNM dovrebbe evitare esplicitare qualcosa che è implicito solo perché questa resa potrebbe andare contro una certa teologia? In quel caso il problema non è del testo o dei traduttori, ma della teologia stessa.

Per curiosità, cosa ne pensa del giudizio di BeDuhn rispetto a questa traduzione?

Shalom
[Modificato da barnabino 06/03/2010 01:07]
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06/03/2010 11:25



Immagino perché diamo per scontato che "tutte" escluda Dio tra le cose create per mezzo di Gesù.


Così è. Chi crea non può essere creato. Con questa semplice nozione si capisce “quello che dice il testo” non altrettanto “su altre traduzioni”
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06/03/2010 12:27

Re:
pavel43, 06/03/2010 11.25:



Immagino perché diamo per scontato che "tutte" escluda Dio tra le cose create per mezzo di Gesù.


Così è. Chi crea non può essere creato. Con questa semplice nozione si capisce “quello che dice il testo” non altrettanto “su altre traduzioni”



Caro Pavel,
tu sostieni che chi è stato creato non può a sua volta creare.
Eppure la Bibbia dice chiaramente che Gesù, il qualità di primogenito di tutta la creazione, venne creato (Colossesi 1:15, Proverbi 8) e che poi a sua volta divenne artefice del resto della creazione.
Ora non sappiamo fino a che punto prese parte nel resto della creazione, probabilmente Geova gli fornì l'energia e a sua volta il Figlio la modellò e diede vita al creato.
None vedo per quale motivo tale cosa debba essere impossibile.





Per contatti: roberto.carson@tiscali.it
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06/03/2010 14:33

Caro Pavel,


Così è. Chi crea non può essere creato. Con questa semplice nozione si capisce “quello che dice il testo” non altrettanto “su altre traduzioni”



Dunque a fortiori la TNM fa bene a evidenziare questo concetto implicito se sottolinea un concetto che potrebbe sfuggire a chi appartiene a culture diverse, non sono solo i cristiani per traduzione a leggere le Scritture, ma anche persone che non hanno alcuna dimistichezza con cncetti che a noi sembrano ovvietà.

Paolo dice che per mezzo di Gesù sono state create (da Dio) tutte le cose, tranne ovviamente Dio stesso, il creatore di tutte le cose. Sei d'accordo su questo concetto? Se è così non mi capacito che si trovi scorretta la precisazione fatta dalla TNM. Dove sarebbe, di grazia, il problema? Lo stesso BeDuhn non vi trova nulla di scorretto, se hai letto il suo libro sai bene di cosa stiamo parlando. E allora? Dove sarebbe lo scandalo?

Shalom [SM=g27994]
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