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Altre ... e [altre]

Ultimo Aggiornamento: 07/03/2010 20:47
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04/03/2010 13:15

risposta di don Giancarlo Apostoli
RICEVO E PUBBLICO INTEGRALMENTE:
________________________________
Altre... si o no?

Seguo quasi ogni giorno da esterno il forum e vorrei a riguardo della parola altre, riportare alcune mie considerazioni circa Col 1,16-17 e At 10,46 (e simili).
Parto dalle tue parole virgolettate (sottolineature mie):

«Se consultate il testo greco, la parola "ALTRE" inserita nel contesto di questa scrittura, semplicemente NON ESISTE! E' stata aggiunta!

I Sigg. detrattori, oppositori dei tdG e "ricercatori del pelo nell'uovo", hanno criticato e continuano a parlare della traduzione biblica dei tdG perchè questa in Colossesi 1:16-17 aggiunge la parola ALTRE, per rendere il senso dei versetti, e cmq, ponendo lealmente "altre" tra parentesi quadre [], allo scopo di far capire al lettore che trattasi di una parola aggiunta.

Mi chiedo come mai questi Sigg. Loro, non hanno da discutere e criticare le versioni succitate, le quali usano o abusano anch'esse di questa parola.

Walter Simoni»




Inizio riportando una interessante raccomandazione presente nella Torre di Guardia 1/6/1970 alla pag. 340

«Ciò che nοi come studenti biblici doνremmo volere è quello che dice il testo greco originale. Solo aνendo questo basilare significato possiamo determinare se la Traduzione del Nuovo Mondo ο qual­siasi altra traduzione della Bibbia è giusta ο nο»

Continuo prendendo spunto da un mio libro-risposta ad un altro libro scritto da Felice Buon Spirito “La Traduzione del Nuovo Mondo: Manipolata o tradotta fedelmente?” In effetti come tu dici, nel testo greco in At 10,46 la parola altre non esiste, è stata aggiunta, ma non solo nelle 3 Bibbie protestanti da te citate, anche in alcune cattoliche e interconfessionali. Sotto riporto un elenco come esemplificazione:

CEI 08, TOB, RIVEDUTA, TILC, RICCIOTTI, NUOVA RIVEDUTA, NUOVA DIODATI “parlare in altre lingue”;

NT La Bibbia in lingua moderna, CEI 74, TNM, Nuovissima versione della Bibbia, CONCORDATA “parlare in lingue”;

NARDONI, TINTORI “parlare le lingue”;

GAROFALO “parlare in diverso linguaggio”


Certo, il fatto che esistano versioni che riportino o no la parola altre, non pregiudica necessariamente la loro legittimità: dipende dal contesto e dal senso del brano.

Andiamo a Col 1,16-20. Proseguendo la lettura dell’inno, si dice che «nel primogenito ™kt…sqh t¦ p£nta sono stata create tutte le cose ».

La NM, come si vede, inserisce più volte nel testo la parola [altre]. Non essendo parte dell’originale greco, giustamente le inserisce tra le parentesi quadre. Ci si accorge subito che con l’aggiunta di [altre] il senso del versetto cambia radicalmente (non è vero dunque che questa aggiunta rende il senso del versetto, come tu ritieni, perché il senso è già in sè molto chiaro). Gesù infatti viene ad essere incluso tra gli esseri creati, è una di quelle creature, parte della creazione di Dio. Questo è risaputo anche dalla stessa KIT che sotto il testo critico greco riporta l’inglese letterale esatto: “it was created the all (things)” in lui fu creato il tutto; ha poi aggiunto “cose” tra parentesi per dire che “il tutto” significa “tutte le cose”, e fin qui va bene. Manca sia nel greco che nella traduzione sottostante la parola corrispondente ad “altre” che invece appare nella NM in italiano e in tutte le altre lingue.

Felice da parte sua per giustificare l’aggiunta di [altre] ritiene che anche bibbie cattoliche e protestanti hanno operato allo stesso modo con altri versetti, e in maniera ancora più subdola, in quanto non avrebbero avvisato in nessun modo gli ignari lettori di questi “aggiustamenti”.[1]

Tanto per cominciare, a proposito di mancati avvisi o comunicazioni, forse pochi sanno che fin dal 1950 con la pubblicazione di una delle prime edizioni della NM in inglese, era già stata inserita nel testo sacro la parola “altre” e per di più senza parentesi, come se facesse parte integrante del testo.

In secondo luogo poi, chi andasse a controllare i passi citati da Felice si accorgerebbe che in quei versetti sono messe a confronto realtà omogenee, della stessa identica specie, mentre in Col 1,15ss realtà di diversa specie: da una parte Gesù Cristo prwtÒ-tokoj il primo-generato, e dall’altra tutte le cose t¦ p£nta, create ™kt…sqh in lui[2] (™n aÙtù). Perciò Cristo non è della stessa specie delle cose, è distinto da esse, cioè dalle creature.

Questa differenza viene ancor più sottolineata da Paolo che utilizza in riferimento alle cose create proprio il pronome neutro “tà pànta” (t¦ p£nta - a rigore dovrebbe essere tradotto: “in lui fu creato il tutto”); grammatica vuole, e la grammatica non è un’opinione, che al pronome plurale neutro tà pànta, sia estraneo un valore partitivo come vorrebbe Felice.

Vediamo i versetti da lui citati che giustificherebbero l’aggiunta di [altre].

In Lc 13,2, “i Galilei massacrati da Pilato”, non sono forse della stessa specie di “tutti i Galilei”? Certo, si può dunque legittimamente sostituire all’espressione “tutti i Galilei” gli “altri Galilei”; infatti la frase “Pensate che questi Galilei erano più peccatori a confronto degli altri Galilei?” non è affatto alterata rispetto a “Pensate che questi Galilei erano più peccatori a confronto di tutti i Galilei?”

Altro versetto citato da Felice è Mt 26,35, dove è confrontato l’operato di Pietro e dei suoi compagni: anche qui è chiaro che sia Pietro che i suoi compagni sono della stessa “specie umana”, perciò dire “Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò affatto. La stessa cosa dissero pure tutti gli altri discepoli”, è equivalente a “Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò affatto. La stessa cosa dissero pure tutti i discepoli”.

Così in Lc 21,29 c’è forse differenza nel dire che “il fico è uno fra tutti gli alberi” o che “il fico è uno fra gli altri alberi?”

Lo stesso vedasi per Lc 24,9, 1Cor 6,18, 2Cor 13,2, Fil 2,9 e 2,21, dove si confrontano tra loro realtà omogenee: i discepoli, i peccati, il nome, i membri della comunità, le lingue in At 10,46.

L’accurata precisione di Felice nel segnalarci che [altre] è stato messo tra le parentesi quadre per indicare che non fa parte della lingua originale, è di fatto categoricamente smentita da parecchie pubblicazioni dei TdG, che citano “altre” di Colossesi senza parentesi al fine di sostenere determinate conclusioni. Ragioniamo[3] sia in fondo a pag. 153 che a pag. 406 cita tranquillamente in Col 1, 15-17 la parola “altre” senza le parentesi; lo stesso nel libro Creazione[4] a pag. 22, in Cose nelle quali…,[5] pag. 127, in Accertatevi[6] pag. 118 e 207 e sulla rivista Tor del 1/12/1985 pag. 7.

Augurandoti una buona serata, sono sempre disponibile a qualsiasi chiarimento e scambio di opinioni.

Saluti donGiancarlo A.

[1] Cfr. La Traduzione del Nuovo Mondo…, 476
[2] Non “per mezzo”, ma modellate su di lui
[3] Ragioniamo facendo uso delle Scritture, Roma 1998,
[4] La Creazione (di J.F. Rutherford), Brooklyn 1927
[5] Cose nelle quali è impossibile che Dio menta, Brooklyn 1965
[6] Accertatevi di ogni cosa









Walter Simoni

walter.simoni@yahoo.it
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