L'evoluzione della specie riguarda l'ente chiamato uomo solo in maniera indiretta. L'unità umana non è mai interamente generata da un individuo della stessa specie ma si dà il caso che vi sia sempre la condizione necessaria ma non sufficiente di un intervento divino diretto. Quindi dell'uomo si può dire che abbia la capacità di generare altri individui a lui biologicamente connaturati, ma che senza l'intervento creativo da parte di Dio di un'anima razionale ciò che si genererebbe sarebbe solo un'entità biologica non umana.
Quindi l'uomo è frutto dell'interazione di un fattore generativo e di uno creativo (la procreazione biologica + creazione di un'anima razionale).
L'evoluzione della specie riguarda quindi solo il fattore generativo della sostanza biologica ma non riguarda la sostanza ontologica.
Per quello che vale (vedo qui che si è deciso di svincolare il discorso da tutti i parametri empirici, dunque la mia considerazione sarà forse sterile), vorrei annotare a margine che la teoria dell'evoluzione investe in tutte le specie viventi, uomo compreso, anche il sistema nervoso e le strutture cerebrali. Le neuroscienze odierne ricollegano queste ultime all'espressione di tutte quelle facoltà mentali che molte religioni attribuiscono a (oppure identificano con) l'anima.
Ne consegue che il paradigma scientifico contemporaneo identifica anche una evoluzione cognitiva e vede la graduale discesa dell'uomo in tutta la sua integrità psicofisica dalle specie animali sue antenate; l'ipotesi religiosa di una "animazione" risulta pertanto superflua.
Certo questo conflitto con la scienza non è prerogativa dei soli testimoni di Geova, ma riguarda praticamente tutte le religioni monoteiste.
[Modificato da Rainboy 28/10/2009 15:50]