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Natura preumana di Cristo

Ultimo Aggiornamento: 27/02/2010 18:24
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27/02/2010 09:12

Bruciolis, decisamente non ci intendiamo. Io analizzo sistematicamente i testi, tu continui a leggerli con in mente la tua dottrina religiosa. Non c’è via d’uscita. Una volta, ebbi modo di parlare con una vecchietta che aveva appena finito di pregare davanti alla statua della “madonnina”. Con molto tatto, Bibbia alla mano, ragioni sulla posizione di Maria nei Vangeli e sul comandamento contro l’idolatria. Ebbene, alla fine la gentile signora mi guardò male, si fece il segno della croce e andò via continuando a ripetere: No, no, no. Da allora ho capito che serve a poco discutere con chi ha la sua idea fissa. Ogni tanto ci ricado, ma me ne pento. Il fatto è che di fronte a dichiarazioni buttate lì, non reggo. Per cui – ricadendoci – rispondo alle tue ultime dichiarazioni, poi, ti prego, lasciamo perdere.    Tu scrivi: “Che ci sia un ‘cambiamento’ è da dimostrare, Giovanni usa LOGOS con l'articolo e non come una semplice metafora dei comandi di Dio ESEGUITI DAI SUOI ANGELI”. Ma tu hai letto bene quanto avevo scritto? Ti avevo invitato a verificare il senso di “parola” in tutti i passi biblici precedenti a Gv 1:1. Lo hai fatto? Non esiste una sola volta in cui quel vocabolo assuma il senso di persona. Ora esci fuori con questa storia dell’articolo. Va bene, vediamo l’articolo: “Poiché, secondo il loro desiderio, sfugge alla loro attenzione questo fatto, che dai tempi antichi vi erano i cieli e una terra situata solidamente fuori dell’acqua e nel mezzo dell’acqua mediante la parola di Dio [τ το θεο λγ (to tu theù lògo), “la di Dio parola]” (2Pt 3:5, TNM).    Su questo passo affermi: “Qui non si parla di ‘HO LOGOS’, ‘parola che è presso Dio’”. E ribatto: qui si parla proprio di ho lògos con tanto di articolo determinativo: il testo lo hai davanti. Provo a ripetere il concetto, rispondendo anche a Delemme, ma basandomi sulla Scrittura e non su una traduzione.    “Egli era nel mondo, e il mondo venne all’esistenza per mezzo di lui” (Gv 1:10, TNM). “Per mezzo di lui” è nel testo biblico δι' ατο (diautù); la preposizione δι (dià) seguita dal genitivo significa attraverso; il senso è: passando attraverso di lui. Il senso che può assumere la preposizione greca διά (dià), attraverso, è ben illustrato dal passo di 1Tm 2:15: “Essa [la donna] sarà tenuta in salvo per mezzo [διά (dià)] del parto” (TNM). NR traduce così: “Sarà salvata partorendo figli”.  Non è il parto che salva la donna, infatti una donna può morire proprio partorendo. È invece la donna che viene salvata perché possa partorire e perpetuare la specie umana. Nello stesso modo, tutta la creazione non fu fatta da Yeshùa, ma per Yeshùa.   ”C’è un solo Signore, Gesù Cristo, per mezzo del quale [δι' ο (di’ù)] sono tutte le cose e noi per mezzo di lui [δι' ατο (diautù)]” (1Cor 8:6, TNM, con raffronto del testo originale). Anche qui si ha δι (dià) seguito dal genitivo: attraverso. In più, abbiamo un parallelismo che fa ulteriore luce: proprio come “tutte le cose” sono “attraverso di lui”, nello stesso identico modo anche i credenti sono “attraverso di lui”. L’atto creativo è riferito in questo passo solo a Dio: “C’è per noi un solo Dio, il Padre, dal [ξ (ex)] quale sono tutte le cose” (Ibidem); qui non si ha δι (dià), ma ξ (ex), “da”. Paolo sta affermando che Dio, nel suo progetto creativo, aveva in mente Yeshùa da subito.   Bruciolis riconosce: “Non è che ‘parola’ è usato sempre per indicare Gesù, solo in Giovanni per il resto è una semplice metafora”. Tuttavia, non ti viene il dubbio che attribuendo un significato diverso in un singolo passo, contrariamente al solito significato che appare più di 1200 volte nel resto della Bibbia, ci si dovrebbe allarmare?     Ultima stoccatina da parte di Bruciolis: “Come mai invece di rispondere a quelle obiezioni hai aperto decine di altre discussioni... ?” Non raccolgo. Mi sembra di aver più che risposto a ogni obiezione, anzi strarisposto. È tutto lì da leggere, per cui non risponderò più su questo argomento. È diventata una disputa religiosa, e me ne tiro fuori. A Bruciolis progongo una riflessione su 1Pt 3:15,16: “Siate sempre pronti a rispondere a quelli che vi chiedono spiegazioni sulla speranza che avete in voi, ma rispondete con gentilezza e rispetto, con la coscienza pulita”. – Parola del Signore.
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