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Testimoni di Geova: Storia, Sociologia, Teologia

LA “MALATTIA DELLA DISCONTINUITÀ”

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    Roberto Carson
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    Città: AGORDO
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    00 04/02/2010 20:17
    Di seguito riporto una interessante considerazione del Prof. De Angelis in merito alla dottrina della discontinuità, molto diffusa in ambito evangelico:

    La “malattia della discontinuità” è presente anche nelle Chiese evangeliche (con le quali mi identifico), dove non pochi hanno difficoltà a prendere atto che Lutero era un frate cattolico agostiniano e che, prima di rompere definitivamente con Roma, ci dialogò per la lunghezza di un quarantennio (cioè fino alla prima parte del Concilio di Trento). I popoli divenuti protestanti provenivano tutti dal cattolicesimo e gli evangelici sono emersi all’interno del protestantesimo. Queste derivazioni pongono qualche problema e allora non è difficile incontrare evangelici che sognano una derivazione diretta dalla Bibbia, senza debiti verso chi ci ha preceduto. Penoso è quando cercano di tradurre il sogno in realtà, lanciandosi in fantasiose ricostruzioni storiche per accreditare un collegamento con la Chiesa pre-costantiniana che non passi per Roma (e che possibilmente eviti anche Lutero e Calvino).
    Così facendo, gli evangelici contestano la continuità con una parte (seppur largamente maggioritaria) della cristianità precedente, accettando comunque che la Parola di Dio sia rimasta integra (io stesso ho preso il Vangelo in una chiesa cattolica).
    Tu invece (come tutti i Testimoni di Geova?) mi pare che ti ponga “alla musulmana”, cioè in totale discontinuità con il popolo di Dio precedente, reclamando perfino il diritto di “riscrivere correttamente” la Parola di Dio che hai trovata.
    Mi chiedo se ti rendi conto della contraddizione e degli effetti catastrofici dell’affermare che “una parte” della Parola di Dio è stata adulterata, gettando discredito su tutto il Nuovo Testamento. Che significa, per esempio, dire che una moglie non ha “quasi mai” tradito il marito? Non la metterebbe comunque nella categoria delle infedeli? Sarebbe ancora degna di fiducia?
    Quando ho riflettuto su questa insinuazione micidiale che porti alla Parola di Dio, ho pensato che avrei dovuto alterarmi nel nome di quel Gesù che rovesciò i tavoli dei mercanti (Giovanni 2:15), ma poi ho riflettuto che lui lo fece mosso dalla zelo per Dio, mentre in me ci sarebbe stato molto orgoglio. Sento comunque il dovere di segnalarti il gran pericolo che vedo.


    Che dire dei Testimoni di Geova? Anch'essi sono dei sostenitori di questa "discontinuità", o hanno maturato un punto di vista differente da quello comunemente diffuso in ambienti evangelici?



    Per contatti: roberto.carson@tiscali.it
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    (SimonLeBon)
    Post: 861
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    00 04/02/2010 22:58
    Re:
    Sono osservazioni pertinenti, che pero' farebbero tremare le ginocchia a piu' di un evangelico o protestante.
    E' vero e condivisibile quasi tutto quello che De Angelis scrive, ma mi pare si ponga un problema molto umano per una questione molto divina.
    E' molto da cattolici reclamare la difesa e la custodia non della propria parola, ma addirittura della parola "di Dio".
    I tdG non hanno ritrovato e corretto proprio niente, Dio sa difendersi benissimo da solo e, come disse il Cristo, se non parlassimo noi tdG parlerebbero probabilmente le pietre (piu' che gli autoproclamati eredi di Pietro).

    Quello della continuità storica mi pare, personalmente, un falso problema. Dopo la deportazione ad esempio, Israele ha smesso di essere un popolo e in soli 70 anni, una generazione o poco piu', ne era rimasto un misero drappello disorganizzato.

    Chi era il popolo di Dio in quegli anni? E' necessario dare una risposta?

    Simon
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    barnabino
    Post: 1.038
    Sesso: Maschile
    00 04/02/2010 23:08
    La mia osservazione è: stiamo anche attenti alla "malattia della continuità", per cui certi cattolici (a in alcuni casi anche i calvinisti, in polemica con gli antitrinitari) cercano di vedere nei Padri un'anacronistica conferma "scritturale" dei successivi sviluppi dogmatici.

    A mio parere i TdG tentano di rappresentare una ragionevole sintesi tra le due posizioni.

    Shalom
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    Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

    FORUM TESTIMONI DI GEOVA
  • Neropece
    00 05/02/2010 11:55
    Io non ho nessun problema a riconoscere che i Tdg si siano formati dentro la cristianità benché se ne siano poi spiritualmente separati. Non trovo alcuna contraddizione in questo. Così come non trovo nulla da dover spiegare se il buon re Ezechia fù figlio del malvagio re Acaz, e che i letterali "figli di Abraamo" del tempo di Gesù Egli li chiamò "progenie del Diavolo". Il nostro ramo è nato nel terreno e dal ceppo della cristianità. E allora? Ciò che conta sono i frutti che vi pendono. Se negli altri rami i frutti non ci sono o sono marci ci sarà un motivo. Comunque sarà Gesù a giudicare, ma comunque anche noi dobbiamo "giudicare" per noi stessi e collegarci alla linfa che i frutti li porta davvero e non li millanta solo.
    [Modificato da Neropece 05/02/2010 11:55]
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    Roberto Carson
    Post: 5.668
    Città: AGORDO
    Età: 47
    Sesso: Maschile
    00 07/02/2010 00:08
    Re: Re:
    (SimonLeBon), 04/02/2010 22.58:

    Sono osservazioni pertinenti, che pero' farebbero tremare le ginocchia a piu' di un evangelico o protestante.
    E' vero e condivisibile quasi tutto quello che De Angelis scrive, ma mi pare si ponga un problema molto umano per una questione molto divina.
    E' molto da cattolici reclamare la difesa e la custodia non della propria parola, ma addirittura della parola "di Dio".
    I tdG non hanno ritrovato e corretto proprio niente, Dio sa difendersi benissimo da solo e, come disse il Cristo, se non parlassimo noi tdG parlerebbero probabilmente le pietre (piu' che gli autoproclamati eredi di Pietro).

    Quello della continuità storica mi pare, personalmente, un falso problema. Dopo la deportazione ad esempio, Israele ha smesso di essere un popolo e in soli 70 anni, una generazione o poco piu', ne era rimasto un misero drappello disorganizzato.

    Chi era il popolo di Dio in quegli anni? E' necessario dare una risposta?

    Simon



    Risposta del Prof. Fernando De Angelis:

    Caro Simon, (6/2/10)
    la tua larga condivisione mi incoraggia e ti ringrazio di manifestarmela. Condivido pienamente che Dio si sappia difendere da solo, come ha dimostrato quando i Filistei catturarono l’Arca (1Samuele 5-6), ma proprio in quelle circostanze mostrò anche che preferiva stare nel mezzo del suo popolo.
    Non reclamo certo l’esclusiva della difesa della Parola di Dio, né tantomeno la sua custodia, ma anche se Dio potrebbe far tutto da solo, in genere preferisce stimolare questo o quello, senza attribuire particolari patenti ed a volte rimescolando le carte. Dopo essere divenuto credente, mi sono sentito di onorare la Parola di Dio come ho potuto e continuo a ritenerlo un mio dovere: spero senza cadere nell’orgoglio e senza andare al di là di quanto mi è stato affidato (ma capirai che non è facile evitare i pericoli).
    L’accusa che vi ho fatta di “correggere” la Parola di Dio, come mi ha fatto capire Barnabino, riconosco che è infondata (vedi dialogo con lui).
    La continuità storica del popolo di Dio a me sembra il filo conduttore dell’intera Bibbia, che fa vedere come ci sia sempre stato qualcuno che abbia trovato grazia presso Dio: da Adamo a Noè ad Abramo a Mosè a Cristo, il filo non si è mai spezzato e ritengo che non si sia spezzato nemmeno dopo.
    Durante l’esilio in Babilonia non c’era una “entità statale” di Dio, ma una “comunità di fede” c’era sicuramente e questo è l’essenziale (un popolo politicamente strutturato non c’era nemmeno prima di Mosè).
    Grazie per essere anche tu entrato nell’agone.

    Fernando De Angelis






    Per contatti: roberto.carson@tiscali.it
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    Roberto Carson
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    Età: 47
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    00 07/02/2010 13:39
    E-mail ricevuta in redazione

    Leggendo le interessanti considerazioni espresse dal Prof. De Angelis, mi chiedo in che modo i testimoni di Geova giustifichino scritturalmente l'assenza di una continuità inerente gli eletti di Dio.
    Davvero Geova avrebbe abbandonato l'umanità, lasciandola nell'anarchia spirituale, dalla fine del I secolo fino al 1870?

    Marisa Gitto



    Per contatti: roberto.carson@tiscali.it
  • CieloSegreto
    00 08/02/2010 19:44
    Grano e zizzanie.
    Forse è illuminante la parabola di Mt 13: 24 e sgg..
    “‘Signore, non hai seminato seme eccellente nel tuo campo? Come mai ha dunque le zizzanie?’ Egli disse loro: ‘Un nemico, un uomo, ha fatto questo’. Essi gli dissero: ‘Vuoi dunque che andiamo a raccoglierle?’ Egli disse: ‘No; affinché, raccogliendo le zizzanie, non sradichiate per caso con esse anche il grano. Lasciate che entrambi crescano insieme fino alla mietitura; e al tempo della mietitura dirò ai mietitori: Prima raccogliete le zizzanie e legatele in fasci per bruciarle, quindi andate a radunare il grano nel mio deposito’” (vv. 27-30, TNM).
    Finché i mietitori angelici non saranno chiamati a mietere, pare non si sia il caso di distinguere tra spighe vere e zizzanie. È per questo che personalmente credo che le vere spighe siano ancora frammischiate alle zizzanie. Se esistesse una vera religione, sarebbe fatta solo di spighe di grano, ma così non è. Dio “conosce quelli che gli appartengono”. – 2Tm 2:19.