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Testimoni di Geova: Storia, Sociologia, Teologia

Una classe sacerdotale per governare la terra

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    Walter.Simoni
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    00 06/06/2009 16:54
    I 144.000: Excursus scritturistico
    Sin dal momento in cui i nostri primogenitori si staccarono dalla Fonte della vita, preferendo l’autonomia, piuttosto che la sottomissione a Dio, il Creatore dispose il progetto per un Regno, un’Amministrazione, che avrebbe avuto la sua realizzazione in un preciso tempo fissato da Dio, allo scopo di “radunare di nuovo tutte le cose nel Cristo: le cose nei cieli e le cose sulla terra”. (Efesini 1:10)

    Per tale “radunamento” Dio scelse fra i popoli della terra, Israele, affinché cominciando da questo popolo, tutta la terra ricevesse benedizioni. (Esodo 19:5,6) – [Fu proprio da Israele che arrivò il promesso Messia, la vera “benedizione” per l’umanità!]

    Il popolo di Israele fu suddiviso in 12 tribù, a ciascuna delle quali fu data un’eredità sicura, una terra promessa. (Ezechiele 47: 13, 22, 23)
    Dal popolo d’Israele, Dio scelse una tribù – quella di Levi – dalla quale avrebbe tratto una classe sacerdotale, perché officiasse nel tempio, dinnanzi alla presenza spirituale di Dio, e servisse da guida spirituale e morale del popolo. Questa classe sacerdotale raffigurava appropriatamente la classe celeste dei 144.000, scelti da Dio per governare dai cieli tutta l’umanità. (Numeri 3: 5-12; Isaia 66: 19-24)

    Dio appartò l’intera tribù di Levi, come gruppo preposto all’insegnamento spirituale. Il loro sacerdozio, prevedeva, tra i compiti principali, quello di giudicare e istruire il popolo nella Legge di Dio. (Ezechiele 44: 23; Malachia 2: 7)

    La classe sacerdotale doveva distinguersi, doveva essere una classe appartata per il servizio a Dio. I sacerdoti dovevano mantenersi puri. (Ezechiele 44:10-16)

    Un particolare degno di nota è che i Leviti non ricevettero alcun territorio come eredità tribale, a differenza delle altre tribù. Questo particolare raffigurava il fatto che la classe dei 144.00 unti, non avrebbe avuto un luogo in cui rimanere sulla terra. La loro eredità sarebbe stata nei cieli! (Ezechiele 44:28)

    Come attesta la storia biblica, però, sia la classe di Levi (da cui discendevano i farisei che Gesù condannò a suo tempo), che la stragrande maggioranza del popolo di Israele, divennero infedeli a Dio, ragion per cui Egli stesso li abbandonò a sè! (Osea 4:6)

    Ma l’infedeltà di un popolo, proprio come l’infedeltà di un uomo, Adamo, o di un angelo, Satana, non poteva permettere che il proposito di Dio venisse meno, né tanto meno poteva essere stravolto.
    Così, Dio fece un nuovo patto, un patto che definì “migliore”, perché sarebbe stato eterno: invece di trarre la classe sacerdotale dalla discendenza di Levi, proprio come prevedeva il patto della Legge mosaica, Dio scelse uomini e donne fedeli al suo Messia, perché divenissero la parte iniziale di quella classe appartata di re, sacerdoti e giudici, che avrebbero governato a beneficio dell’umanità ubbidiente.
    Fu il giorno della Pentecoste del 33 E.V. (Era Volgare, o avanti Cristo) che ebbe fine il patto della Legge e fu inaugurato il “patto migliore”, o “nuovo patto”. Quel giorno Dio rese manifesto questo cambiamento versando il suo santo Spirito su 120 discepoli radunati insieme. (Ebrei 8: 6-9)

    Questi 120 discepoli (Atti capitolo 2) unti o scelti dallo spirito santo, erano le prime persone scelte di una classe speciale, un popolo con un particolare incarico, un sacerdozio santo. (1 Pietro 2:5,9)
    Questa “classe”, unta dallo spirito santo di Dio, sarebbe divenuta quella parte che l’Amministrazione divina avrebbe radunato “nei cieli”, perché divenisse un regno di sacerdoti per il suo Dio. (Rivel 1:5,6)

    Nessun uomo riceve da sé l’incarico di divenire parte di questa “classe celeste”. La nomina a sacerdote e re viene da Dio. In altre parole, lo Spirito santo di Dio comunica allo spirito interiore della persona scelta, che la sua destinazione è celeste, per l’incarico come coerede di Cristo. (Ebrei 5:4; Romani 8:16,17)

    Ma il proposito di Dio in relazione alla classe sacerdotale celeste, prevedeva una novità, un “sacro segreto”: quella che inizialmente doveva essere una classe formata da soli Israeliti di nascita, sarebbe divenuta una classe formata da persone tratte “da ogni popolo, lingua e nazione”. Infatti, visto che solo un piccolo rimanente di Ebrei naturali scelsero di divenire cristiani, Dio aprì l’opportunità anche a persone “gentili”, pagane, o delle nazioni, per entrare a far parte di quella classe speciale. (Atti 10:34, 35; Atti 15: 14; Romani 10:21)

    Fu a loro che Gesù rivolse le parole di Giovanni 14:2,3, dove promise che sarebbe tornato in cielo per preparare un luogo dove accoglierli, affinché questi regnassero insieme a Lui, nei cieli.

    Perché scegliere persone dalla terra per governare con lui dal cielo? Non avrebbe potuto scegliere di fra gli angeli, piuttosto che dover dare dei corpi spirituali a uomini e donne che avevano vissuto sulla terra?
    Ebbene, in questa scelta e decisione troviamo tutta la sapienza e la giustizia di un Dio ineccepibile!
    Nella Scrittura infatti leggiamo la ragione per cui Dio scelse uomini come noi per divenire re, sacerdoti e giudici nel Regno dei cieli, che poi è una delle ragioni per cui volle che anche Gesù divenisse uomo.

    Nel caso di Gesù, la Bibbia dice: “Di conseguenza dovette divenire simile ai suoi “fratelli” sotto ogni aspetto, affinché divenisse un sommo sacerdote misericordioso e fedele nelle cose relative a Dio, al fine di offrire un sacrificio propiziatorio per i peccati del popolo. Poiché in ciò che egli stesso ha sofferto essendo messo alla prova, può venire in aiuto di quelli che sono messi alla prova”. (Ebrei 2: 17,18)
    “Poiché non abbiamo come sommo sacerdote uno che non possa compatire le nostre debolezze, ma uno che è stato provato sotto ogni aspetto come noi, ma senza peccato”. (Ebrei 4:15)

    Mentre, nel caso di coloro che sono stati scelti dalla terra, per regnare nei cieli, viene detto: “Comunque, voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io faccio un patto con voi, come il Padre mio ha fatto un patto con me, per un regno, affinché mangiate e beviate alla mia tavola nel mio regno, e sediate su troni per giudicare le dodici tribù d’Israele”. (Luca 22:28-30)
    “E vidi, ed ecco, l’Agnello stava sul monte Sion, e con lui centoquarantaquattromila che avevano il suo nome e il nome del Padre suo scritto sulle loro fronti. E udii un suono dal cielo come il suono di molte acque, e come il suono di alto tuono; e il suono che udii era come di cantori che si accompagnavano con l’arpa suonando le loro arpe. Ed essi cantano come un nuovo cantico dinanzi al trono e dinanzi alle quattro creature viventi e agli anziani; e nessuno poteva imparare quel cantico se non i centoquarantaquattromila, che sono stati comprati dalla terra. Questi son quelli che non si contaminarono con donne; infatti, sono vergini. Questi son quelli che continuano a seguire l’Agnello dovunque vada. Questi furono comprati di fra il genere umano come primizie a Dio e all’Agnello, 5 e nella loro bocca non fu trovata falsità; sono senza macchia”. (Rivelazione 14: 1-5)

    Come si può notare dalle scritture succitate, coloro che regneranno con Gesù nei cieli, sono stati tratti dalla terra perché, alla maniera di Gesù, hanno sperimentato in prima persona cosa significa essere umani, di carne e ossa, fragili. In tal modo sapranno essere compassionevoli, sapranno capire cosa c’è dietro le azioni di ognuno, dietro gli errori dovuti all’imperfezione umana. Il loro giudizio sarà così un giudizio giusto, espresso con empatia. Ma, per l’appunto, questa classe ha il ruolo specifico di essere re, sacerdoti e giudici. Se in realtà, tutti i credenti in Cristo, avessero la speranza di divenire tali, su chi questi dovrebbero esercitare tale giudizio?

    Come mostra la Scrittura, viene detto a questi 144.000 di sedere su troni per giudicare le dodici tribù d’Israele, mostrando la diversa posizione dei 144.000 rispetto alle altre tribù: “voi sederete sui troni”, e “voi giudicherete le 12 tribù”: due classi differenti, una composta dai 144.000 giudici, sacerdoti e re, e l’altra composta da tutte le tribù del popolo di Dio sulla terra.
    Tornano chiare, a questo punto le parole che Gesù disse in Giov. 10:16: “Ho altre pecore, che non sono di questo ovile; anche quelle devo condurre, ed esse ascolteranno la mia voce, e diverranno un solo gregge, un solo pastore”. Due ovili, dunque, ma sotto la direttiva dello stesso Pastore, Gesù.
    Nessuna superiorità dell’uno rispetto all’altro gruppo, e nessuna divisione. Solo un diverso incarico nell’ambito dello stesso programma di Dio. Come “pecore” sono descritti gli unti, e come “pecore” sono descritti gli appartenenti alla grande moltitudine di persone redenti che vivrà sulla terra. Entrambi, formano l’unito popolo di Dio, un popolo di persone di diversa estrazione, ma che parla la stessa medesima lingua: “la lingua pura” – Sofonia 3:9

    In quanto al numero “144.000”, è un numero stabilito da Dio, e se si conosce la storia biblica d’Israele, si capisce che questo numero è legato ai sacerdoti della classe di Levi, che officiavano nel Tempio di Gerusalemme. 144.000 sacerdoti, erano suddivisi in 24 divisioni, ciascuna divisione era suddivisa in gruppi, i quali a turno svolgevano il loro servizio nel tempio almeno due volte l’anno, ogni volta per una settimana. La Bibbia, infatti, in Ebrei 9:11,12 parla del Regno celeste dove Gesù regna come Sommo sacerdote, come di una “tenda” o tempio, non fatto da mani umane, ma spirituale.

    Così, la disposizione del Regno vuole che ci sia Gesù quale Sommo Sacerdote del Tempio celeste, e i 144.000 unti, quali sacerdoti e coeredi di Cristo, giudici e re, i quali formano il Governo dal quale viene gestita tutta la terra e l’umanità!
    Un’azione importante, che compiranno Gesù e i 144.000, in qualità di promesso seme della donna descritta in Genesi 3:15, è quella di prendere parte tutti insieme nello stritolamento di Satana il diavolo e delle sue orde demoniche. La Bibbia dice infatti: “L’Iddio che dà pace stritolerà fra breve Satana sotto i vostri piedi.” (Romani 16:20)

    Nella sua Onnisapienza, Dio ha fatto ogni cosa col suo preciso scopo, affinché la sua parola non venga mai meno! Si compia dunque la volontà di Dio, sia in cielo che sulla terra, e possano i miti ereditare la terra, per sempre. (Matteo 5:5)


    esegesi scritturistica redatta da un ns collaboratore

    ____________________________________________________
    [Modificato da Walter.Simoni 09/06/2009 09:40]
    Walter Simoni

    walter.simoni@yahoo.it
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    Roberto Carson
    Post: 5.668
    Città: AGORDO
    Età: 47
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    00 15/06/2009 18:40
    Sullo stesso soggetto va segnalata questa interessante trattazione esposta in un sito di Studenti Biblici:

    www.margheritaleporatti.com/page-large.asp?id=100

    Per quanto possano riscontrarsi alcune differenze, in linea di massina l'esposizione esegetica è molto simile al punto di vista dei Testimoni di Geova.
    [Modificato da Roberto Carson 15/06/2009 18:42]



    Per contatti: roberto.carson@tiscali.it
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    pavel43
    Post: 482
    Città: MILANO
    Età: 80
    Sesso: Maschile
    00 03/07/2009 14:34
    Quindi alla fine i santi sarebbero 144000.
    Il numero sta scritto che sia simbolico o da intendersi letteralmente lascio agli esegeti.
    Io pongo questo problema.
    Come si concilia il numero con la libertà dello Spirito santo di spirare ove crede e con la libertà dell'uomo di aderire alla sua chiamata?
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    Walter.Simoni
    Post: 731
    Sesso: Maschile
    00 03/07/2009 16:44
    Re:
    pavel43, 03/07/2009 14.34:

    Quindi alla fine i santi sarebbero 144000.
    Il numero sta scritto che sia simbolico o da intendersi letteralmente lascio agli esegeti.
    Io pongo questo problema.
    Come si concilia il numero con la libertà dello Spirito santo di spirare ove crede e con la libertà dell'uomo di aderire alla sua chiamata?



    Il "numero" non escude alcuna libertà da parte di Dio all'adesione.
    Chiunque può aderire al programma divino.

    Nel popolo di Dio, l'antico Israele, vi erano quelli che definisci "numeri", ovvero classi di persone che assolvevano un compito speciale: vedi i sacerdoti (i Leviti), suddivisi in gruppi numerati, i quali facavano parte dell'unico popolo di Dio dell'epoca.

    Con l'avvento del Regno Messianico, Dio ha incaricato il Figlio di radunare le pecore appartenenti a due ovili con destini diversi (uno celeste e uno terreno), formando insieme un solo gregge sotto il solo Pastore, Gesù.

    I 144.000 non sono quelli che chiami "i santi", visto che Dio chiama tutti i suoi servitori ad essere santi: “Dovete essere santi, perché io sono santo” (Levit.20:26; 1 Pietro 1:16)
    I 144.000 sono gli "unti", scelti per uno speciale incarico: essere re e sacerdoti su coloro che risiederanno sulla terra.

    Matteo 19:28 “Veramente vi dico: Nella ricreazione, quando il Figlio dell’uomo sederà sul suo glorioso trono, anche voi che mi avete seguito sederete su dodici troni, giudicando le dodici tribù d’Israele". Qui Gesù, parlando con i suoi apostoli, in qualità di rappresentanti dei 144.000, dice che questi regneranno con lui "sulle dodici tribù Israele", ovvero: sull'intero popolo di Dio che vivrà sulla terra rinnovata.





    Walter Simoni

    walter.simoni@yahoo.it
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    (SimonLeBon)
    Post: 861
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    00 04/07/2009 10:57
    Re:
    pavel43, 7/3/2009 2:34 PM:

    Quindi alla fine i santi sarebbero 144000.
    Il numero sta scritto che sia simbolico o da intendersi letteralmente lascio agli esegeti.
    Io pongo questo problema.
    Come si concilia il numero con la libertà dello Spirito santo di spirare ove crede e con la libertà dell'uomo di aderire alla sua chiamata?



    Pavel non ti seguo,
    se lo Spirito è libero, è libero anche di fissarsi un numero specifico, letterale o simbolico che sia.
    Se anche c'è o ci fosse un numero predefinito, cosa obbliga o obbligherebbe l'uomo ad aderire alla chiamata?

    Simon
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    pavel43
    Post: 482
    Città: MILANO
    Età: 80
    Sesso: Maschile
    00 04/07/2009 17:39

    Pavel non ti seguo,
    se lo Spirito è libero, è libero anche di fissarsi un numero specifico, letterale o simbolico che sia.
    Se anche c'è o ci fosse un numero predefinito, cosa obbliga o obbligherebbe l'uomo ad aderire alla chiamata?



    La mia, sottolineo mia, riflessione è questa.
    Innazitutto se parliamo di Spirito libero gli diamo una personalità altrimenti parliamo tout-court di Dio o Geova.
    In ogni caso rimaniamo nella Deità che è onnisciente.
    Dio onnisciente sa certamente quanti saranno gli unti: 144000 di più di meno?
    Ma non per questo verrà meno la libertà sua e dell'uomo.
    Diverso è dire che ha fin dall'inizio predeterminato 144000.
    Fra predestinazione e predetermizione c'è di mezzo la libertà dell'uomo.
    Quanto sopra a prescindere naturalmente da quello che penso della doppia speranza.
  • Onesimo
    00 31/08/2009 15:40
    Io personalmente sono d'accordo con il fatto che il numero sia da intendersi in maniera letterale. Però ciò non toglie che indichi comunque che il numero dei "santi" è limitato. Inoltre, mi preme sottolineare che lo SFD non ha mai contato i 144.000 (il numero è stato raggiunto, superato o cosa? Non lo sappiamo...) e che comunque, come spiegava la W studiata il 30/08/2009, non dovremmo giudicare chi professa di far parte dell'unto.
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    christofer2006
    Post: 223
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    00 03/09/2009 12:04

    "...144.000...E' comunque, chiaro che questi sono una figura in contrapposizione alla grande moltitudine, in 7,9, che viene da tutte le nazioni. In contrasto con la moltitudine che non può essere contata, l'immagine dei 144.000 rappresenta un numero immenso ma definito.".


    (APOCALISSE Visione di un mondo giusto a cura di Elisabeth Schussler Fiorenza (1994) Ediz. Queriniana; pag. 86)




    "'una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare', di ogni nazione: Le persone che appaiono in questa visione sono deliberatamente in contrasto con quelle del primo racconto; il primo gruppo è meticolosamente contato, mentre il secondo è innumerevole...
    ...Un certo numero di dettagli fa complrendere che la cifra di 144.000 si riferisce a un gruppo particolare di credenti, e non vuole semplicemente alludere a tutti i credenti...Non erano dei semplici redenti come tutti i cristiani, ma sono redenti , tra il resto dell'umanità, come primizie"



    Nuovo Grande Commentario Biblico, Ed. Queriniana 1997, pagg. 1317,1322,1323



    “È un semplice dato di fatto: un numero determinato in contrasto con il numero indeterminato menzionato in questo stesso capitolo”.



    (The Apocalypse or “The Day of the Lord”, del lessicografo britannico Ethelbert W. Bullinger, Kregel Publications, Grand Rapids, Mich., 1902, p. 282)


    “L’interpretazione simbolica è debole sotto il profilo esegetico”...“È un numero determinato [quello di Rivelazione 7:4] in contrasto col numero indeterminato di [Rivelazione] 7:9. Se lo si intende simbolicamente, allora non si può intendere letteralmente nessun numero che troviamo nel libro” di Rivelazione.



    Revelation: An Exegetical Commentary, Vol. 1,,Robert L. Thomas jr., docente di Nuovo Testamento al Master’s Seminary degli Stati Uniti, Moody Publishers, 1992 p. 474.
    [Modificato da christofer2006 03/09/2009 12:08]
    ________________________________________________

  • monseppe
    00 04/09/2009 11:23
    144.000 Unti
    Se posso esprimere il mio parere:

    Gli unti, il cui numero è deciso da Geova (avendolo lui stesso fatto scrivere da Giovanni nelle scritture di Rivelazione), non sono unti per loro stesso beneficio. Cerco di spiegarmi.

    (Rivelazione 14:3-5) ...Ed essi cantano come un nuovo cantico dinanzi al trono e dinanzi alle quattro creature viventi e agli anziani; e nessuno poteva imparare quel cantico se non i centoquarantaquattromila, che sono stati comprati dalla terra. 4 Questi son quelli che non si contaminarono con donne; infatti, sono vergini. Questi son quelli che continuano a seguire l’Agnello dovunque vada. Questi furono comprati di fra il genere umano come primizie a Dio e all’Agnello, 5 e nella loro bocca non fu trovata falsità; sono senza macchia.

    Se notate l'espressione di Giovanni, esso dice: "che sono stati comprati dalla terra".
    Una tale espressione suggerisce un senso di Schiavitù indotta mediante l'acquisto. Essi sono infatti un "dono" di Geova Acquista per suo figlio Gesù; infatti Giovanni ricorda: "fra il genere umano come primizie a Dio e all’Agnello"

    Certo. Il divenire "schiavi" acquistati da Geova richiede il loro stesso consenso, dal momento che essi devono eseguite il loro completo libero arbitrio "decidendo" di servire Geova in eterno mentre passano dalla loro carne imperfetta alla condizione spirituale "perfetta" in cielo, affinché la loro lealtà sia indiscussa ed eterna. Per questo sono pure provati mentre sono nella carne, dovendo mantenere la loro "verginità" a Dio e mantenersi senza macchia dalmondo.

    Per lo stesso motivo, mentre sono nella carne, alcuni, che vengono meno a tale requisito, devono essere sostituiti fintanto che l'intero numero sia intermanete sugellato (senza più necessità di sostitusioni) durante la "rivelazione dei figli di Dio".

    Il numero, è pertanto assolutamente letterale. Il fatto che tale numero sia composto da 12 (tribù) per 12 (apostoli) per 1000 (quantità), forse Geova lo scelse per esprimere il suo messaggio di completezza e perfezione del suo proposito e del suo governo futuro ed eterno, raccoglienado quindi con 12 tribù il vecchio patto o popolo ebraico, con 12 apostoli, il nuovo patto o nuova nazione, e con 1000 il senso di "da ogni Nazione della terra".

    Per questo è anche necessario che il numero sia esatto: 144.000.

    Che oggi, come evidenziano le cifre, ci possano persone che si dichiarano unte, e che forse non lo sono, a noi è reso impossibile poter determinare chi sono. Ci sono. Geova li sta permettendo. Forse sono proprio come una salvaguardia per i "veri" rimanenti dell'unto che secondo una mia stima (basata su mortalità naturale e con riferimento a unti segnati nel 1935), dovrebbero essere ormai ridotta a poche centinaia di unti; tutti in età "media" di oltre 80 anni.

    Una cosa è certa, se la generazione che si riferisce agli unti (la composita, come classe, che va dagli apostoli ad Harmaghedon) non deve passare, è ragionevole pensare che qualche unto sia presente almeno durante Harmaghedon, infatti anche è scritto che i giorni saranno abbreviati proprio a motivi di loro.

    Personalmente, non mi meraviglierei se poi si venisse a sapere che già da almeno una decina di anni tale numero del (vero) rimanente allora vivente non aveva più bisogno di "sostituzioni".
    Ho detto "non mi meraviglierei", non fatemi dire ciò che no ho detto.

    Sarà la "rivelazione dei figli di Dio" che ce lo farà comprendere.

    Intanto, cerchiamo essere presenti a tale evento per poterlo sapere! [SM=g27988]

    monseppe.